SOPRAVVIVENZA ESTREMA COSA FARE IN UNA SITUAZIONE REALE
SOPRAVVIVENZA ESTREMA
I CONSIGLI PER POTER SOPRAVVIVERE IN UNA SITUAZIONE SFAVOREVOLE
Molto spesso in televisione, sulle riviste, sul web, si sente parlare di sopravvivenza estrema ma non solo a livello teorico ma anche pratico, infatti molti praticano attività che riguardano il survival, ad esempio alcune associazioni propongono dei corsi, alcune unità (esercito, marina, aeronautica…) addestrano i militari alla sopravvivenza estrema, alcuni lo praticano per passione esercitando le più disparate attività (bushcraft, trekking…), alcuni per lavoro (soccorritori, CAI), altri invece si preparano a far fronte a disastri urbani (prepping, apocalittici); ma alla fine niente di quello che si fa e si dice è equiparabile ad una vera situazione di sopravvivenza estrema. In un frangente del genere la vita è realmente in pericolo, la situazione capita all’improvviso, la persona non se l’aspetta, non si è preparati, non si ha la giusta attrezzatura, il giusto vestiario, è una condizione al limite dove le probabilità di lasciarci la pelle sono molto alte.
Una situazione di sopravvivenza estrema è un’esperienza al limite, un’esperienza dura e cruda. E’ una circostanza che non la si augura a nessuno, chiunque ha avuto la sfortuna di viverla se la ricorderà per sempre, e molto probabilmente quell’esperienza gli ha cambiato la vita e il modo di vedere le cose. I dati dimostrano che nonostante nel mondo ci siano stati casi eclatanti di sopravvivenza estrema al limite delle possibilità umane, la maggior parte di persone che si sono trovate a dover sopravvivere in quelle condizioni purtroppo non c’è l’hanno fatta. Molte volte per riuscire a sopravvivere ci vuole anche una buona dose di fortuna, c’è bisogno di una successione di eventi positivi che puntino a nostro favore.
Le probabilità di sopravvivere dipendono da molteplici fattori:
FATTORI INDIVIDUALI:
- L’età della persona: bambini e anziani sarebbero messi a dura prova.
- Sesso: uomo o donna (quest’ultima più svantaggiata in quanto ha un fisico più esile).
- Il fisico: essere in sovrappeso ci renderà più lenti, ma ci avvantaggerà in quanto avremo una buona scorta di grassi da consumare e la morte per fame arriverà più tardi. Le dimensioni e il metabolismo sono altri fattori a tenere in considerazione. Ad esempio una persona minuta ha meno bisogno di calorie di una persona alta e robusta.
- La resistenza: altro fattore da tenere in conto è la resistenza della persona. Sportivi, persone allenate, escursionisti… avranno sicuramente una marcia in più nei confronti di persone che conducono una vita sedentaria.
- La preparazione: essere a conoscenza di alcune nozioni potrebbe salvarci la vita. Essere capaci a orientarci, conoscere la geografia del territorio, saper alcune regole del survival, saper cacciare, pescare, accendere un fuoco senza mezzi moderni, potabilizzare l’acqua senza compresse e depuratori, avere nozioni di primo soccorso, conoscere fauna e flora del luogo, sono tutte cose che ci potrebbero essere di enorme aiuto. Ad esempio se leggete molti articoli di questo blog e li ricorderete, avrete sicuramente una marcia in più in una situazione di sopravvivenza!
- La forza di volontà: estremamente importate è il modo di ragionare e pensare che abbiamo. Militari abituati a schemi di ragionamento situazione-soluzione o persone con particolari abilità nel problem solving, persone con sangue freddo che non perdono mai la calma, persone con forte spirito di osservazione sono più avvantaggiate. Il primo sentimento comune che si scatena quando la nostra incolumità viene minacciata è di paura. E’ normale, la paura è un meccanismo che utilizziamo per difenderci da eventi che possono mirare alla nostra integrità. Bisogna sempre mantenere la paura sotto controllo perché non si trasformi in panico. Altri sentimenti che potremmo provare sono senso di smarrimento e di vuoto, non saper cosa fare, insicurezze sulle nostre capacità, angoscia, ansia, timore di non farcela, di non essere soccorsi. La determinazione di voler vivere è alla base della sopravvivenza e viene prima di tutto, mai rinunciare alla lotta, mai pensare di avere fatto tutto il possibile, mai arrendersi, pensare sempre positivo. L’impatto psicologico ha un peso enorme sulla nostra mente e sul nostro fisico. Molto spesso non è lo sfinimento fisico che fa cedere un uomo ma è quello psichico.
- Condizioni fisiche nella circostanza: le nostre possibilità di sopravvivenza dipenderanno molto dalla nostra condizione fisica nel momento in cui si scatena l’evento sfavorevole. A seguito del disastro o dell’evento negativo potremmo riportare ferite (anche gravi), essere paralizzati o non poter utilizzare uno o più arti, essere ustionati, ecc… in questo caso dovremmo confidare nell’efficacia dei soccorsi.
FATTORI AMBIENTALI:
- La stagione: stagione calda (estate), fredda (invernale) o mite (primavera e autunno, le più favorevoli per la sopravvivenza).
- Il clima: le probabilità di sopravvivere aumentano o diminuiscono a seconda della temperatura, dell’umidità, del vento, delle precipitazioni. A seconda della zona in cui ci troviamo avremo un clima diverso che potrà essere più o meno favorevole (esempio di clima favorevole: temperato, oceanico, subtropicale… Clima sfavorevole: equatoriale, desertico, glaciale…).
- Il tipo di bioma: a seconda della zona in cui ci troviamo potremmo essere avvantaggiati o svantaggiati. Ad esempio in un bioma come la taiga o la foresta temperata avremo un clima favorevole, una fauna e una flora abbondante; quindi cibo, acqua e riparo assicurati. Però in biomi come il deserto o la tundra è molto più difficile sopravvivere soprattutto senza conoscenze tecniche.
ALTRI FATTORI:
- Presenza di persone o insediamenti umani: la nostre probabilità di sopravvivenza saranno più alte se ci sono degli insediamenti umani nelle vicinanze e se la zona in cui ci troviamo è popolata. Essere dispersi in mezzo al mare, in una foresta o in zone desertiche o remote diminuiscono le probabilità di incontrare qualcuno e quindi di poter chiedere aiuto.
- Il numero di sopravvissuti: è inutile dire che più persone ci saranno più le probabilità di sopravvivere saranno alte; in quanto cooperando, dividendosi i compiti e unendo le conoscenze si potranno fare cose che da soli non riusciremmo a fare. Inoltre essere in compagnia e condividere l’esperienza con gli altri sopravvissuti ci darà una maggior carica psicologica.
- Predatori a animali pericolosi: finire sotto le grinfie di leoni, tigri, leopardi, orsi, ippopotami può essere potenzialmente fatale. Dobbiamo seguire alcune regole per evitare di attirare l’attenzione di questi animali, prima di tutto dobbiamo tenerci alla larga il più possibile dalla minaccia, evitare di abbeverarci nel loro territorio, evitare avvicinarci se ci sono dei cuccioli, studiare bene il riparo per la notte per non essere assaliti nel sonno, evitare di lasciare resti di cibo vicino al bivacco, se dovete cucinare del cibo fatelo con molta cautela e possibilmente in assenza di vento.
- Piante e animali velenosi: in natura esistono molteplici specie di serpenti, ragni, pesci, insetti, piante, funghi… velenosi. Dobbiamo evitarli a tutti i costi poiché finire avvelenati in una situazione di sopravvivenza estrema equivale quasi a dire morte certa.
- Malattie: L’ipotermia è sicuramente una delle cause più frequenti di morte in frangenti di sopravvivenza estrema. Inoltre problemi intestinali, febbre, vomito, diarrea, ferite infette, parassiti, punture, morsi, graffi possono metterci a dura prova. Ritrovarsi in ambienti caldi e umidi aumenta le possibilità di contrarre la malaria tramite le punture di alcune specie di zanzare. Vedi capitolo malattie per approfondire.
- Nemici (criminalità organizzata, cartelli, terroristi, bracconieri, mercenari): talvolta incontrare altri individui può non essere sinonimo di salvezza. In teoria ogni persona ha un senso innato e istintivo che porta a sentirsi in obbligo ad aiutare un essere umano ferito e in difficoltà. Ma potrebbe non essere così… se ad esempio finiamo in un territorio dove avvengono traffici illegali (droga, traffico di umani, di armi, mercato nero, prostituzione, abusi, bracconaggio, schiavitù, omicidi…) potremmo essere liquidati in quanto testimoni scomodi. Inoltre potremmo essere equivocati come nemici, spie, o essere scambiati in lontananza come predatori ed essere colpiti da cecchini. Potremmo addirittura finire in trappole per animali piazzate dai bracconieri, o in zone di guerriglia, ad alto pericolo di mine o IED (Improvised Explosive Device – ordigni esplosivi improvvisati).
MOTIVI CHE POSSONO PORTARE UN INDIVIDUO A VIVERE UNA SITUAZIONE DI SOPRAVVIVENZA ESTREMA:
Nella maggior parte dei casi le situazioni di sopravvivenza sono scatenate da incidenti o guasti a mezzi di trasporto come disastri aerei (es. disastro delle Ande) ma soprattutto disastri navali (tantissimi sono stati i naufragi, tra i più famosi ricordiamo quello dell’RMS Titanic), e da perdita dell’orientamento o smarrimento a seguito di varie attività in varie zone del globo (alta montagna, boschi, foreste, poli).
- SMARRIMENTO IN ZONE INABITATE O SELVAGGE DURANTE UN VIAGGIO, UNA VACANZA, UNA SPEDIZIONE, UNA PASSEGGIATA, UNA GITA, UN’ESPOLARAZIONE, UN’ESCURSIONE, UNA TRAVERSATA, UN’ATTIVITA’ SPORTIVA (alpinismo, arrampicata, sci, vela, paracadutismo, altri sport estremi e non), O ALTRE ATTIVITA’ (caccia, camping, backpacking, safari, scout, bushcraft, hiking, e altre attività turistiche, scolastiche o lavorative).
- GUASTO DI UN VEICOLO O INCIDENTE IN ZONE ISOLATE.
- NAUFRAGI E INCIDENTI MARITTIMI.
- CADUTA DI UN VELIVOLO IN ZONE REMOTE O IN MARE.
- SMARRIMENTO IN SEGUITO ALL’ABBANDONO DI UN MEZZO (allontanamento volontario o involontario da un’imbarcazione, oppure da un velivolo con il paracadute)
- OPERAZIONI MILITARI FALLITE CON CONSEGUENTE SMARRIMENTO DI SOLDATI.
- PERDITA’ DELL’ORIENTAMENTO IN ZONE NON ABITATE.
- ALLONTANAMENTO DALLA CITTA’ IN SEGUITO AD EVENTI SFAVOREVOLI (guerre, pandemie, crisi gravi, altro… vedi qua).
- ISOLAMENTO IN SEGUITO A CALAMITA’ NATURALI (terremoti, alluvioni, valanghe…).
- CRIMINALITA’ E TERRORISMO (traffico di persone, prigionia, rapimenti, sequestri con conseguente rilascio in zone isolate o evasione).
Le regole base da ricordare, elencate in ordine di importanza:
- VOLONTA’ DI SOPRAVVIVERE (deve essere costante; non bisogna mai arrendersi neanche per un attimo),
- SEGNALAZIONE E RICHIESTA D’AIUTO (da eseguire immediatamente),
- COSTRUIRE O TROVARE UN RIPARO SICURO (da eseguire prima di sera),
- TROVARE ACQUA POTABILE (entro 24 ore, limite massimo entro 72 ore ma in condizioni fisiche e ambientali ottimali),
- TROVARE DEL CIBO (entro 15 giorni, limite massimo entro 30 giorni ma in condizioni fisiche e ambientali ottimali),
- ACCENDERE UN FUOCO (se è possibile accendete un fuoco).
SEGNALAZIONE:
Prima di effettuare qualsiasi manovra dobbiamo cercare di allertare i soccorsi se abbiamo dietro un telefono contattiamo subito un numero di emergenza (prima che la batteria esaurisca la carica). Se non c’è segnale spegniamo il telefono per risparmiare la batteria e cerchiamo di trovare un punto rialzato per poter osservare l’ambiente (possiamo anche arrampicarci su un albero), il nostro obiettivo è cercare di avvistare edifici, tralicci, ripetitori… Se ne vediamo uno intraprendiamo la marcia verso di esso. Se la zona è completamente isolata e non si vede nulla oltre che la natura dobbiamo cercare una direzione da percorrere che ci consenti di trovare delle persone. Se sappiamo a grandi linee dove ci troviamo dobbiamo cercare di ricordarci in che direzione si trova la cittadina più vicina a Nord, Sud, Est o Ovest e andare verso il punto cardinale scelto. Per orientarci con i punti cardinali possiamo usare diversi metodi, vedi orientamento. Se, invece vediamo un fiume seguiamolo di sicuro prima a poi troveremo un insediamento (la maggior parte delle città sono state costruite vicino ai fiumi per sfruttare le loro acque). ATTENZIONE: se siamo sicuri che i soccorsi ci verranno a cercare non muoviamoci assolutamente dalla zona. Per approfondire i metodi e le tecniche di segnalazione vedi qua.
RIPARO:
La prima notte potremmo anche passarla svegli ma prima o poi avremmo bisogno di riposo e dovremmo quindi trovare un riparo naturale o costruirne uno. La ricerca del riparo va sempre effettuata qualche ora prima che cali il buio.
Per il rifugio le forze speciali dell’esercito consigliano:
- Scegliete sempre una zona sicura, valutando precedentemente tutti i possibili pericoli ed imprevisti.
- Preferite un riparo alle spalle di una roccia o di un rialzo in modo da poter tenere d’occhio solamente una via.
- Evitare rifugi in prossimità di pendii franosi o a rischio caduta sassi.
- Se siete vittima di un incidente utilizzate il mezzo disastrato come riparo o sfruttate le sue parti per costruirne uno. Fate attenzione ai serbatoi se sono a rischio di incendio.
- Isolatevi dal terreno.
Per approfondire questo argomento vedi capitolo sul riparo.
ACQUA:
Quanto tempo si può sopravvivere senza bere?
Dipende molto a seconda del fisico della persona, dallo sforzo giornaliero, dall’ambiente e dal clima. Ma in linea teorica possiamo dire che fino a 72 ore si potrebbe resistere; con clima mite, a riposo e con tutte le condizioni ottimali anche fino a 10 giorni, ma potrebbe essere un caso limite poichè la morte per disidratazione avviene comunque nel giro di pochi giorni. Ad esempio in un clima equatoriale potremmo incorrere nella disidratazione anche molto prima della 24 ore. Siamo formati dal 55 al 70% d’acqua e non possiamo fare a meno di bere, dobbiamo consumare almeno un litro d’acqua al giorno oppure mangiare cibi che la contengano come frutta e verdure.
Come trovare l’acqua? Vedi qua. Quando trovate dell’acqua purificatela sempre per essere sicuri di uccidere tutti i microrganismi. Il metodo classico prevede di bollirla e di filtrarla se è sporca.
Per filtrare l’acqua:
Se avete dell’acqua razionatela in questa maniera:
- GIORNO 1: non bevete.
- DAL SECONDO GIORNO FINO AL QUINTO: bevetene almeno 400 ml
- DAL QUINTO GIORNO: da 55 a 225 ml a seconda di quanta scorta avete e dal clima.
COME EVITARE LA DISIDRATAZIONE:
- Riposarsi ogni volta che è possibile.
- Non fumare o bere alcolici.
- Stare all’ombra o al fresco in climi caldi.
- Non coricarsi mai sul suolo interporre qualcosa tra voi e il terreno (il suolo fa disperdere calore al vostro corpo).
- Mangiate poco se avete poca acqua (la digestione sottrae molti liquidi al corpo).
- Respirate con il naso ed evitate di parlare.
NON BERE ACQUA:
- che emana forti odori,
- con schiuma o bolle,
- di colore strano,
- che ristagna,
- che non ha canali di deflusso,
- dove manca vegetazione rigogliosa.
- NON BERE URINA, SANGUE, ACQUA DI MARE.
- Non consumate neve o ghiaccio (faremmo consumare inutilmente del calore prezioso al nostro corpo, meglio scioglierla in un pentolino o in assenza di fuoco metterla in un recipiente scuro).
CIBO:
Quanto tempo si può sopravvivere senza mangiare?
Anche in questo caso dipende, ma in media possiamo dire 1 mese, anche se dal 15°/20° giorno in poi si può incorrere in gravi patologie (es. inedia, anemia, scorbuto, pellagra, shock…), alcune persone hanno superato la soglia dei 40 giorni senza cibo, ma sono casi limite.
Se non abbiamo la possibilità di accendere un fuoco evitiamo di cacciare animali o pescare. Possiamo cibarci di vegetali, frutta e di alcuni insetti. Vedi caccia e trappolaggio, pesca, cibarsi di piante, e il cibo.
IL FUOCO:
Accendere un fuoco può essere utile a mille cose (bollire l’acqua per potabilizzarla, cucinare cibi, riscaldare, illuminare, segnalare, fare compagnia…) ma con la mancanza di attrezzi moderni risulta complicato accenderne uno. Esistono, però, dei metodi tipo quelli basati sulla frizione.
Alcuni metodi per accendere un fuoco senza avere accendino, fiammiferi o acciarino:
LA LENTE
Se il sole è caldo si può sfruttare la potenza dei suoi raggi utilizzando una lente.
Si può utilizzare una lente di ingrandimento, una lente degli occhiali da vista, la lente di un quadrante dell’orologio, l’obiettivo di una macchina fotografica, il fondo di una bottiglia o qualsiasi altro oggetto di vetro che possa concentrare i raggi solari. Accendere il fuoco con questo metodo richiede pazienza e mano ferma, il tempo che ci vuole per accenderlo dipende: dalla zona in cui ci si trova (in una zona equatoriale si farà molto in fretta), dalla potenza dei raggi e anche dal tempo atmosferico. L’esca che utilizzerete con questo metodo dovrà essere più scura possibile (i colori scuri catturano maggiormente i raggi solari di quelli chiari).
L’ARCHETTO
Si base sulla tecnica della frizione. In pratica si sfregano due legnetti in modo da produrre attrito e creare della brace per accendere l’esca.
Vedi come accendere un fuoco e attrezzatura per il fuoco.
ALTRO:
Cercate di mantenere il vostro fisico efficiente e pulito, non trascurate mai i segnali che il vostro corpo vi invia ma soprattutto valutate bene i rischi, non esponetevi a situazioni pericolose (es. arrampicate, attraversamento di fiumi, cascate…) e fate molte attenzione a cosa mangiate e bevete.
Maggiori pericoli per il fisico:
- Morsi e punture di insetti (le zanzare possono passarvi la malaria)
- Fratture
- Distorsioni
- Ustioni
- Cefalea
- Emorragie
- Ferite varie che possono causare infezioni
- Disturbi gastrointestinali
- Ipotermia e ipertermia
- Infezioni attraverso il cibo, l’acqua o dal contatto con animali e insetti
- Avvelenamenti da consumo o contatto di piante o funghi velenosi
- Infarti
COLPO DI CALORE O IPERTERMIA (aumento temperatura):
- ipertermia 39° – 40°C
- ipertermia grave 40° – 40,9° (rischio per la vita)
- ipertermia gravissima 41° (il cervello comincia a subire danni)
- ipertermia con morte certa +45°C
- ipertermia con morte immediata +50°C
L’IPOTERMIA (diminuzione temperatura):
- ipotermia 35° – 32°C (brividi).
- ipotermia moderata 32° – 28°C (stato soporoso, il paziente risponde agli stimoli).
- ipotermia grave 28° – 24°C (incoscienza, parametri vitali rilevabili).
- ipotermia molto grave 24° – 20° (assenza di segni vitali).
- ipotermia profonda 20° – <14° (morte quasi sicura).
In una situazione di sopravvivenza estrema avere una qualsiasi lama ci darà un sostegno enorme. Le utilità di un coltello in una situazione di sopravvivenza sono pressochè infinite. Avere un coltello dietro può fare la differenza ma se non c’è l’abbiamo dobbiamo crearne uno. A secondo del luogo in cui ci troviamo possiamo ricavare un arnese da taglio affilando una scheggia di bambù o sfruttando una pietra appuntita. I rifiuti possono rappresentare un ottima risorsa sfruttabile, ormai con l’inquinamento globale possiamo trovare spazzatura in ogni parte del globo, ad esempio da una lattina si può ottenere un’utilissima lamiera affilata così come da una bottiglia si può ottenere una scheggia di vetro tagliente. Possiamo creare anche una lancia, un arpione, un arco, una clava, una fionda…
I materiali che possiamo utilizzare:
- LEGNO e VEGETALI
- PIETRE
- OSSA
- CORNA
- DENTI (incisivi e canini sono i più appuntiti)
- CONCHIGLIE
- RIFIUTI
Come costruire un’arma: vedi qua.