RIFIUTI E SOPRAVVIVENZA ESTREMA
RIFIUTI E SOPRAVVIVENZA ESTREMA
L’inquinamento è un vero problema, il pianeta è completamente invaso dall’immondizia, la mancanza di procedure adeguate per lo smaltimento dei rifiuti o la sua totale assenza (nei paesi più poveri e fino a qualche decennio fa anche nei paesi industrializzati), l’inquinamento smodato di multinazionali e industrie senza scrupoli, lo smaltimento illegale dei rifiuti portato avanti dalle attività criminali hanno portato il nostro pianeta ad essere invaso dalla spazzatura, invasione ch si è protratta anche zone selvagge, incontaminate e naturali (anche protette).
Inoltre i fenomeni naturali contribuiscono a spargere i rifiuti dovunque. I venti disseminano i rifiuti più leggeri nelle zone più disparate del globo. I mari, ma anche i fiumi, trasportano tonnellate di rifiuti anche in alto mare e la corrente cosparge le rive di immondizia.
In una situazione di sopravvivenza possiamo approfittare di questi rifiuti, e gli scarti della civiltà possono tornarci di enorme aiuto.
Ma cosa possiamo trovare?
Questa è una bella domanda… potremmo trovare di tutto, anche le cose più impensabili (palloni da calcio, mattoncini LEGO, accendini, spazzolini per denti, filtri di sigarette, siringhe, corde per chitarra, monete, reti da pesca, batterie, circuiti stampati, rottami di auto, eccetera).
Le cose che però vanno per la maggiore sono gli oggetti di plastica (teli, sacchetti, contenitori, bottiglie, tappi, Tetrapak…), ma anche l’alluminio (lattine, fogli per gli alimenti, vaschette, tubetti, scatolette… ), il vetro (frammenti di bottiglia, di lampadine, di lastre di finestre, di specchi, ceramica, porcellana…) e la carta (imballaggi, riviste, cartoni, volantini, carte sintetiche…).
Cosa possiamo usare?
Mater Artium Necessitas ovvero la necessità aguzza l’ingegno. Qualsiasi oggetto può servirci, vediamone l’utilizzo pratico di qualcuno:
Sacchetti di plastica: sicuramente è una delle cose più semplici da trovare, il vento e il mare potrebbero aver trasportato i sacchetti in zone impensabili (anche ai poli). Trovare uno o più sacchetti, magari con un po’ di fortuna ancora integri, ci darà una marcia in più.
La plastica è impermeabile, trattiene il calore e possiamo utilizzarla per mille scopi:
- Calzarla per impermeabilizzare i piedi.
- Fasciare una ferita.
- Per ripararsi dalla pioggia.
- Per isolare i vestiti dall’acqua.
- Per trasportare l’acqua.
- Per trasportare oggetti.
- Per raccogliere acqua potabile della piante attraverso la tecnica del sacco traspirante.
- Costruire una trappola per animali.
- Avvolgendo il sacchetto su stesso si può ottenere una corda molto resistente.
- Per pescare (basterà immergere il sacchetto in acqua e mettere un’esca all’interno; appena il pesce entrerà dentro attirato dal cibo noi lo cattureremo).
- Sigillare il cibo per allungarne la freschezza.
Il sacco traspirante: mettere un grande sacco di plastica intorno a un ramo verde di un albero. Sigillare bene con una corda e appendere un sasso alla base in modo da far defluire l’acqua ottenuta verso il basso. L’evaporazione vi farà ottenere l’acqua che dovrà essere raccolta a fine giornata. Cambiare ogni giorno ramo.
Cocci di vetro: con dei frammenti di oggetti di vetro possiamo creare un’arma da taglio, delle punte per le frecce, per concentrare i raggi del sole e accendere un fuoco.
Lattine: possiamo utilizzare un barattolo per raccogliere l’acqua piovana, per bollire l’acqua, possiamo usarlo come bicchiere, per fare segnalazione vedi eliografo, possiamo anche intagliarlo per ottenere una lama o un amo da pesca.
Carta: potremmo usare la carta come esca per il fuoco facendola a pezzettini; se è umida o bagnata mettiamola in tasca o nella maglietta per farla asciugare con il calore del corpo.
IN MARE: Se ci troviamo su un’imbarcazione di fortuna potremo contare sulla vastita di rifiuti galleggianti, uno studio ha stimato che nel 2006 ogni miglio quadrato di mare conteneva 46 mila pezzi di plastica galleggianti.
In foto: un’isola di spazzatura che galleggia in mezzo all’oceano Pacifico.