SOPRAVVIVERE AD UN ATTACCO ALIENO
COME SOPRAVVIVERE AD UN ATTACCO ALIENO
E se un’ipotetica razza aliena si avvicinasse alla Terra con intenzioni belliche?
PREFAZIONE: La biologia ci dimostra che la vita vuole nascere e che essa è capace di sopravvivere negli ambienti più ostili, sul nostro pianeta possiamo trovare microrganismi estremofili sotto i ghiacci del polo nord, a temperature e a pressioni impressionanti, in ambienti desertici, vulcanici, in ambienti alcalini, acidi e in ambienti dove le temperature raggiungono anche i 120 gradi. Colonie di batteri vagano a centinaia di metri, sospese nell’atmosfera. La vita sia visibile che invisibile popola ogni centimetro quadro del nostro pianeta.
L’esistenza di forme di vita extraterrestri (presente o passata) è solo ipotetica, dal momento che, a oggi 2014, non sono mai state trovate prove che dimostrino il contrario, ma dato l’enorme numero di galassie e di pianeti con caratteristiche simili alla nostra Terra, rende statisticamente probabile la loro esistenza.
Nell’universo osservabile dall’uomo sono presenti più di 100 miliardi di galassie e in ognuna di queste ci sono mediamente un altrettanto numero di stelle. Nella nostra galassia “la Via Lattea” sono state stimate un numero di stelle comprese tra i 200 e i 400 miliardi. Con questi numeri possiamo dedurre che nell’universo ci sono miliardi e miliardi di pianeti e tra questi molto probabilmente ce ne saranno alcuni con l’ambiente e le condizioni ideali per la nascita della vita.
Secondo le stime di Erik Petigura (astronomo del gruppo di ricerca dell’Università della California, Berkeley) nella sola nostra galassia ci sarebbero circa 40 miliardi di stelle simili al Sole. Nei loro ipotetici sistemi planetari ci sarebbero 8,8 miliardi di pianeti simili alla Terra e posizionati nella zona abitabile. Stime più generose arrivano a stimare 50 miliardi di “Soli” e 10 miliardi di “Terre”.
L’EQUAZIONE DI DRAKE: L’astronomo Frank Drake negli anni ’60 propose un’equazione per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia.
La formula:
N= R* x fp x ne x fl x fi x fc x L
- N: numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si potrebbe stabilire una comunicazione.
- R*: tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Galassia.
- fp: frazione di stelle che possiedono pianeti.
- ne: numero medio di pianeti per sistema solare adatti ad ospitare forme di vita.
- fl: frazione dei pianeti su cui si è effettivamente sviluppata la vita.
- fi: frazione dei pianeti su cui si sono evoluti esseri intelligenti.
- fc: frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare.
- L: durata delle civiltà evolute.
I risultati di questa equazione sono molto differenti a seconda dei dati immessi. Secondo un calcolo pessimistico, oggi nell’universo esistono circa 1000 civiltà tecnologiche (0,0000001 nella nostra galassia). Secondo calcoli molto ottimistici, nell’immensità dell’universo, potrebbero esserci 500 miliardi di civiltà con una tecnologia uguale o più avanzata della nostra (50 civiltà nella nostra galassia).
IL PARADOSSO DI FERMI: Enrico Fermi, che amava fare calcoli probabilistici, a proposito della possibilità dell’esistenza di civiltà extraterrestri intelligenti disse “Where is everybody?” cioè “Dove sono tutti quanti?“, in pratica se nell’universo esistono un gran numero di civiltà aliene intelligenti in grado di comunicare o addirittura di viaggiare per il cosmo, perché la loro presenza non si è mai manifestata?
Questo silenzio assoluto di cui parlava Fermi può essere spiegato con il fattore distanza: se una potenziale civiltà si trovasse a 4000 anni luce dalla Terra le distanze sarebbero tali da non riuscire a stabilire una comunicazione, infatti oltre i 500 anni luce la possibilità di captare segnali radio sono pari allo zero se non si sa dove cercare. Inoltre la potenziale civilità potrebbe avere dei differenti metodi di comunicazione che noi non riusciamo a riconoscere o a captare.
D’altronde Fermi aveva ragione, se veramente nella nostra galassia esistono civiltà di tipo 1, 2 o addirittura 3, molto probabilmente la loro presenza sarebbe così palese da non poter essere notata anche dai nostri mezzi di osservazione.
La scala di Nikolaj Kardašëv è un metodo di classificazione delle civiltà in base al loro livello tecnologico:
- Tipo 1: la civiltà è in grado di utilizzare tutta l’energia disponibile sul pianeta d’origine.
- Tipo 2: la civiltà è in grado di raccogliere tutta l’energia della propria stella.
- Tipo 3: la civiltà è in grado di utilizzare tutta l’energia della sua galassia.
La civiltà umana è, quindi, di “Tipo 0”, in quanto noi utilizziamo solo una parte dell’energia totale disponibile sulla Terra. Secondo il fisico Michio Kaku potremmo raggiungere il primo livello della scala (cioè Tipo 1) intorno al 2200.
SEGNALI RADIO: Se è praticamente impossibile riuscire a captare i segnali all’interno della nostra galassia figuriamoci quelli di altre galassie, le distanze galattiche sono enormi, superano addirittura la nostra soglia di comprensione. Ad esempio la galassia più vicina alla Terra è a 25 000 anni luce, mentre la più importante e grande è la “Galassia di Andromeda” che si trova a ben 2 000 000 di anni luce.
Se inviassimo un segnale verso la galassia SagDeg (la seconda galassia più vicina alla Terra) che si trova a 70 000 anni luce di distanza, il messaggio, salvo imprevisti, impiegherebbe 70 000 anni per raggiungere la sua destinazione e nel caso in cui fosse captato passerebbero ulteriori 70 000 anni per ricevere un’eventuale risposta. Dopo 140 000 anni l’uomo potrebbe anche non esistere più o aver abbandonato la comunicazione, ma se invece riuscissimo a ricevere la risposta molto probabilmente non potremmo mai incontrarci per la grande distanza che ci separa. Anche se riuscissimo a viaggiare al 10% della velocità della luce (quindi a circa 29 000km/s) i tempi sarebbero comunque proibitivi, si parlerebbe di un viaggio di circa 723 100 anni.
Un programma che si occupa della ricerca di vita intelligente extraterrestre è il SETI. Il SETI si occupa di cercare segnali radio nel cosmo ma anche di inviare segnali dal nostro pianeta, nella speranza che un giorno una civiltà intelligente possa captarli. I segnali radio trasmessi dal METI (Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence) hanno sempre avuto come obiettivo stelle non troppo distanti (tra 17 e 69 anni luce dalla Terra) ad eccezione del messaggio di Arecibo inviato nel 1974 verso l’ammasso globulare di Ercole Messier 13, che arriverà a destinazione approssimativamente nel 25974.
CURIOSITA’: Per farvi rendere conto delle distanza un solo anno luce corrisponde a 9 454 254 955 488 km.
La sonda Voyager I (in assoluto l’oggetto umano più distante dalle Terra, partito nel 1977, nel 2013 si trovava nell’eliopausa a ben 18,567 miliardi di km dal Sole) alla sua velocità attuale, cioè 17 Km/s, impiegherà 17 500 anni per coprire il suo primo anno luce.
La massima velocità mai raggiunta da un veicolo creato dall’uomo è stata di 252.792 km/h (ovvero 70,22 km/s). Fu raggiunta dalla sonda spaziale Helios 2 grazie alla spinta ricevuta dal campo gravitazionale del Sole. Se riuscissimo a viaggiare a quella velocità potremmo coprire un anno luce in circa 4 270 anni, un tempo molto lungo. Immaginate di dover coprire distanze maggiori a 100 anni luce…
Detto tutto questo, avrete capito che le probabilità che si siano sviluppate due forme di vita intelligenti nei dintorni del sistema solare o a qualche centinaio di anni luce nello stesso arco di tempo, sono veramente remote. Per aumentare le probabilità bisogna considerare la totalità dell’universo.
Ma se esistessero forme di vita intelligenti, avanzate e con una tecnologia avanti a noi di migliaia o addirittura di milioni di anni, forse per loro le distanze non rappresenterebbero un ostacolo. Potrebbero essere in possesso di conoscenze che gli permetterebbero di viaggiare nello spazio interstellare in brevi periodi e allore le distanze tra noi e loro si accorcerebbero.
La domanda che ci dobbiamo porre è: cosa farebbe questa civiltà se scoprisse della nostra esistenza?
- Vorrebbe conoscerci?
- Si sentirebbe minacciata?
- Vorrebbe impossessarsi delle nostre conoscenze?
- Ci attaccherebbe?
- Ci aiuterebbe?
- Ci ignorerebbe?
Difficile rispondere a questa domanda, ma se mai una razza aliena puntasse verso la Terra, sarebbe saggio armarsi efficacemente per non essere presi alla sprovvista nel caso avessero brutte intenzioni.
Che aspetto potrebbero avere gli alieni?
LA TEORIA UMANOIDE: Secondo questa teoria gli alieni potrebbero essere molto simili a noi. Avrebbero due occhi, due braccia, due gambe, camminerebbero in posizione eretta, sarebbero simmetrici, e avrebbero una dimensione corporea più o meno simile alla nostra.
TEORIA ANIMALOIDE: oppure, più che somigliare ai primati, potrebbero essere simili ad altri animali terrestri come insetti, rettili, anfibi…
TEORIA ROBOTICA O DEGLI ANDROIDI: oppure potrebbero essere dei robot. Gli alieni potrebbero aver creato degli essere robotici autonomi, in grado di muoversi liberamente per il cosmo senza limiti di tempo.
TEORIA BIONICA: gli alieni potrebbero essere dei cyborg cioè composti da parti meccaniche e organiche.
TEORIA SCIENTIFICA: Molti scienziati che si sono occupati di questo tematica hanno però affermato che molto difficilmente un’ipotetica razza aliena potrebbe somigliarci, infatti le combinazioni genetiche sono infinite, basti guardare sulla Terra la varietà di creature che si sono create da un unico antenato comune: animali, piante, funghi, protisti, batteri, cromisti, archei che a loro volta si suddividono in tantissimi tipi, classi, ordini, famiglie, generi e specie. Le creature terrestri sono molto differenti tra loro, difficilmente qualcuno affermerebbe di avere qualcosa in comune o trovare somiglianze tra se stesso e una formica o un ameba, eppure siamo tutti figli di un’unica “madre”. L’aspetto di un potenziale alieno verrebbe plasmato in base all’ambiente in cui si è evoluto: temperatura del pianeta, tipo di atmosfera, la gravità, e altre migliaia di variabili.
Inoltre la nostra vita è basata sul carbonio ma non è detto che sia l’unica tipologia di sviluppo della vita. Seconda alcune teorie silicio, boro, azoto e fosforo potrebbero essere anch’essi elementi alla base dello sviluppo della vita.
PACIFICI o PERICOLOSI?
In sostanza ogni tentativo di riuscire a comprendere le modalità di pensiero di una civiltà extraterrestre fallisce in partenza, in quanto non abbiamo nessun dato concreto su cui lavorare. Tutte le ipotesi che possiamo fare si basano partendo dalla nostra specie. Se ad esempio fossero come noi, sarebbe un problema, noi siamo una specie molto bellica, competitiva, combattiva, guerrigliera. La civiltà extraterrestre, però, potrebbe non conoscere il significato della guerra e risultare quindi pacifica, oppure potrebbe considerare la guerra come una cosa normale e non negativa e, quindi, risultare molto pericolosa per noi.
Se un veicolo alieno punterebbe verso la Terra, l’unico modo per capire se sono amichevoli o no, sarebbe attenderne l’arrivo e vedere cosa accade durante il primo approccio.
LA NAVE MADRE:
A meno che non sono capaci di teletrasportarsi, gli alieni dovranno raggiungere la Terra a bordo di un veicolo spaziale. A secondo della velocità a cui viaggiano e da dove arrivano potrebbero aver percorso miliardi di chilometri. Potrebbero arrivare da un’altra stella della nostra galassia o addirittura da altre galassie, potrebbero viaggiare da milioni di anni oppure da molto meno poichè in possesso di tecnologie che superano le nostre leggi della fisica. Potrebbero viaggiare a velocità superluminali cioè a velocità maggiori della luce nel vuoto: 299 792,458 km/s, oppure potrebbero prendere una scorciatoia generando un cunicolo spazio-temporale o wormhole. La loro nave madre potrebbe essere di tipo generazionale dato i lunghi tempi di viaggio, che potrebbero andare oltre la vita dei singoli individui a bordo. Quest’ultima teoria avrebbe senso solo se la razza in questione fosse come noi, cioè portata avanti attraverso la riproduzione. L’evoluzione sulla Terra ha voluto puntare più sulla specie che sull’importanza del singolo, infatti si è impegnata moltissimo sui meccanismi riproduttivi, tralasciandone altri come quello di preservare il nostro corpo per lunghi periodi (ecco perchè invecchiamo, perchè la nostra vita è limitata e perchè le nostre cellule cominciano a rallentare la loro rigenerazione dopo i 25 anni). La potenziale razza aliena potrebbe non aver sessi ed essere composta da diversi individui immortali o che si autorigenerano una volta compiuto un ciclo, oppure potrebbero essere come noi, ma la loro tecnologia avanzata gli avrebbe permesso di abbandonare la riproduzione, di superare l’invecchiamento e di vivere su lunghissimi periodi. Potrebbero anche essere, come detto in precedenza, cyborgs (alieni potenziati, fusi con parti meccaniche) o macchine pensanti inviate dal pianeta di origine degli alieni.
PRIMO CONTATTO:
Che tipo di linguaggio potrebbe avere una civiltà aliena?
E’ molto difficile fare ipotesi su questa tematica molti scienziati affermano che un linguaggio universale potrebbe essere quello dei numeri. I numeri sono alla base di una civiltà intelligente, se ad esempio la civiltà è stata in grado di costruire dei radiotelescopi sicuramente potrà riuscire a comprendere le nostre nozioni matematiche. Un modo per comunicare potrebbe essere proprio attraverso i numeri ecco perchè il METI utilizza il codice binario per inviare messaggi nello spazio. Un altro modo potrebbero essere i pittogrammi o comunque dei segnali visivi (sempre tenendo conto che abbiano un apparato visivo simile al nostro per poterli vedere) oppure dei suoni (ovviamente sempre tenendo conto che abbiano un apparato uditivo come il nostro, noi umani ad esempio possiamo rilevare onde sonore comprese tra i 20Hz e i 20KHz).
Purtroppo è quasi impossibile prevedere come potrebbe essere la prima interazione tra due specie extraterrestri. Al di là della barriera linguistica, le differenze fisiche potrebbero rendere impossibile (e forse anche ripugnante) una comune base di esperienze condivise.
Se una razza aliena vorrebbe colpire la Terra che armi userebbe?
Se un’ipotetica civiltà aliena ha la tecnologia tale per viaggiare tra le stelle quasi certamente la potenza delle sue armi sarebbe devastante.
Proviamo a stilare un elenco di possibili armi aliene:
- Armi di distruzione di massa: come noi possediamo le armi nucleari, gli alieni potrebbero avere armi simili ma centinaia di volte più potenti. Se, ad esempio, le loro armi fossero basate sull’annichilimento della materia con l’antimateria la mole di distruzione sarebbe immensa. Armi del genere potrebbero disintegrare la Terra in un istante. Se se gli alieni si fossero spinti fino alla Terra per le nostre risorse molto probabilmente il loro obiettivo potrebbe essere quello di annientarci senza intaccare il territorio.
- Armi chimiche e batteriologiche: e se invece la loro strategia di guerra non fosse basata sulla potenza esplosiva delle armi? Potrebbero utilizzare armi chimiche e batteriologiche per infettarci tramite l’aria, l’acqua o il cibo. Una strategia come questa però dovrebbe essere messa a punto dopo uno studio precedente della razza umana. Gli alieni dovrebbero studiare a fondo il corpo umano e il nostro ambiente per sapere quali sono i nostri punti deboli e per elaborare, quindi, il virus o la sostanza chimica capace di decimarci e ovviamente anche la metodologia con la quale trasmettercela.
- Armi a noi sconosciute: gli alieni potrebbero essere in possesso di una tipologia di armi a noi sconosciute o ritenute impossibili per la nostre attuali conoscenze e tecnologie. In cima potremmo avere delle armi mentali capaci di controllarci, usarci, renderci schiavi o autodistruggerci, oppure armi in grado di disassemblare le molecole o addirittura armi in grado di interferire con le forze o interazioni fondamentali che sono alla base della struttura della materia e dell’universo.
POSSIBILE STRATEGIA D’ATTACCO:
Se le intenzioni fossero negative molto probabilmente la loro strategia potrebbe avere come risultato finale:
- COLONIZZAZIONE o CONQUISTA (in pratica diventeremo una loro colonia).
- SCHIAVITU’ (la civiltà potrebbe sottometterci e sfruttarci per estrarre risorse e ottenere informazioni).
- GENOICIDIO (la razza umana potrebbe essere ritenuta una futura minaccia per la civiltà aliena, tale da portare gli alieni a disintegrare l’intero pianeta o comunque ad estinguere l’uomo).
- ALTRO (come abbiamo detto in precedenza non possiamo comprendere i loro meccanismi di pensiero. Gli alieni potrebbero attaccarci anche per divertimento, dimostrazione di forza, esperimento, ibridazione umano-aliena, o per provare le loro armi su di noi).
COME DIFENDERSI:
Combattere contro una civiltà extraterrestre sarebbe la guerra più devastante mai affrontata in tutta la storia umana. Immaginiamo uno scontro tra un esercito dell’Antico Egitto e le nostre forze militari attuali, non ci sarebbe paragone. La stessa cosa potrebbe accadere tra noi e gli alieni se il divario tecnologico fosse troppo ampio.
Se la civiltà invaditrice fosse in grado di controllare a piacimento l’energia e la materia oscura o sfruttare l’energia della galassie non avremmo scampo; sarebbe come se un uomo dell’età della pietra tentasse di abbattere un caccia F-22 Raptor con una clava.
Prevedere una possibile strategia di guerra aliena sarebbe tempo perso. Se il comportamento umano lo possiamo prevedere, non possiamo dire altrettanto di quello di una razza aliena. Non sappiamo come ragiona, che ideali ha, che vita ha trascorso, come e dove ha vissuto, se prova dei sentimenti…
Una strategia, però, potrebbe essere quella di resistere e non farci intimorire e procedere con piccoli attacchi mirati alla loro nave madre. Inoltre se gli alieni sono composti da organi come noi, senza i loro scudi, la loro tecnologia e le loro armi sono vulnerabili. La loro nave madre potrebbe avere un sistema che ricrea l’atmosfera del loro pianeta d’origine e che gli permettere di sopravvivere nello spazio, danneggiare quel sistema potrebbe mettere a dura prova gli invasori.
Sicuramente gli eserciti più forti del mondo si unirebbero come non mai, con tutti i mezzi e le armi per cercare di distruggere la minaccia. La strategia di guerra che potremmo usare, potrebbe ricordare lo scenario della guerra del Vietnam. Durante la Guerra del Vietnam, gli Stati Uniti e gli alleati erano molto più potenti dei Vietnamiti e dei Viet Cong, nonostante questo dovettero batter ritirata e lasciar la vittoria ai nordvietnamiti, poichè date le ingenti perdite umane non valeva più la pena continuare la guerra. In pratica dovremmo portare gli alieni alla resa, nascondendoci e uscendo allo scoperto solo per piccoli ma molteplici e potenti attacchi mirati, cercando di trascinare la guerra per il più lungo tempo possibile. Tutto questo fino a quando i nemici non capiranno che non gli conviene più portare avanti il conflitto, in quanto quello che otterrebbero dalla vittoria non li ripagherà del tempo, dei danni e delle perdite subite.
C’è da dire una cosa, la razza umana è esperta di guerre, siamo stati alla capacità di scatenare due guerre mondiali devastanti dove l’unica conseguenza è stata quella di accumulare grosse perdite all’interno della nostra specie. L’uomo per questioni legate all’evoluzione ha il combattimento nel sangue, e molto probabilmente una potenziale civiltà aliena ostile non avrà vittoria facile con noi!!