IL FUOCO DEI PENAN
I programmi televisivi dedicati alla sopravvivenza sono ormai molti e noi survivalists appassionati abbiamo diverse serie con cui allietare le serate. Nudi e crudi, Bear grylls, Ai confini della civiltà, Life below zero, tanto per citarne alcune.
In questi giorni sono andate in onda le prime quattro puntate della serie “The Island with Bear Grylls”, dove tredici inesperti di sopravvivenza sono stati abbandonati su un’isola a doversela cavare col fuoco, la pesca, il sole, l’acqua; il tutto sotto la supervisione dell’esperto Bear Grylls che commentava e forniva consigli.
Ancora una volta la nostra attenzione è stata attirata dal focolare perché, in quasi tutti i programmi che abbiamo citato, non si è mai visto preparare un fuoco in grado di resistere alla pioggia. In queste prime puntate di “The Island” non ha ancora piovuto e il fuoco è stato allestito vicino all’accampamento senza un minimo di protezione. Perfino nei programmi dove a partecipare sono esperti di sopravvivenza, o comunque della vita all’aria aperta, il focolare viene sempre allestito senza programmare una scorta di legna e un’adeguata protezione per la pioggia. Chiaramente, alla fine inizia a piovere e il fuoco si spegne o termina la legna asciutta.
Vorremmo quindi parlare di come preparano il fuoco i Penan, utilizzando alcune nostre foto scattate nel Borneo durante un’esperienza vissuta con alcuni appartenenti a questa tribù. I Penan sono, orgogliosamente, uno degli ultimi popoli di cacciatori e raccoglitori della terra e vivono nella foresta pluviale, dove il problema della pioggia e della legna asciutta si presenta giornalmente.
Molto semplicemente, i Penan utilizzano una struttura costituita da quattro pali verticali che reggono due ripiani. A terra si dispone il fuoco. Se quest’ultimo deve essere allestito su una capanna sopraelevata, una porzione del pavimento si ricopre di terra e sopra vi si accende il fuoco. Il loro focolare non è mai troppo grande perché vivono in una zona dalle temperature elevate e lo usano principalmente per cucinare e asciugare i dardi per la cerbottana.
A circa 80-100 cm da terra posizionano il primo ripiano sul quale depongono una scorta di legna che si asciuga al calore prodotto dal fuoco sottostante e che viene prontamente rimpiazzata con altra legna man mano che viene consumata
Il secondo ripiano serve invece per bloccare la pioggia e protegge la legna di scorta e il fuoco sottostante. Se il fuoco viene acceso sotto una tettoia, ad esempio dentro una capanna, il secondo ripiano non serve e non viene allestito.
Nella foto sotto, addirittura due ripiani per l’asciugatura del legno sono allestiti sopra il fuoco.
Con questa semplice struttura i Penan si assicurano di avere sempre della legna asciutta disponibile e soprattutto il fuoco è protetto dalle frequenti piogge che si verificano nella loro foresta.
Anche i manuali di sopravvivenza raccomandano sempre di preparare una scorta di legna e di proteggere il focolare durante l’allestimento del campo. Forse la fame o il disorientamento, fatto sta che quest’errore si presenta troppo spesso negli esempi che vediamo in televisione. Per non fare lo stesso sbaglio, è quindi meglio iniziare da subito a considerare la struttura utilizzata dai Penan come parte integrante ed essenziale di un fuoco che deve durare più di una notte.