MALATTIE IN UNA SITUAZIONE DI SOPRAVVIVENZA
LE MALATTIE FACILMENTE CONTRAIBILI IN UNA SITUAZIONE DI SOPRAVVIVENZA
In una situazione di sopravvivenza contrarre una malattia può aggravare ulteriormente la nostra condizione psico-fisica, andando inoltre a diminuire le probabilità di sopravvivere.
Dobbiamo valutare molto bene le situazioni, stando molto attenti a non fare nulla che possa esporci ad un contagio.
LE PRINCIPALI VIE DI CONTAGIO
Attraverso l’acqua:
I servizi sanitari mondiali identificano in 5 punti le tipologie di malattie connesse all’acqua:
- malattie batteriche e virali trasmesse attraverso l’acqua contaminata (tifo, colera, dissenteria, legionella, gastroenterite ed epatite);
- infezioni della pelle e degli occhi dovute all’acqua contaminata (tracomi, lebbra, congiuntivite e ulcere);
- parassitosi legate all’acqua (amebiasi);
- malattie dovute ad insetti vettori, che si moltiplicano in ambienti umidi, ad esempio mosche e zanzare (malaria);
- malattie dovute a mancanza di igiene (Teniasi).
L’acqua può trasmettere ogni sorta di virus e microbi. I sintomi derivanti dall’ingerimento di acqua contaminata sono: dissenteria, diarrea sanguinosa grave e prolungata, febbre, debolezza, virus e malattie (tifo, colera, ecc.) o presenza di parassiti nel corpo. Una delle malattie più gravi è sicuramente la malaria, essa causa il più alto numero di morti nel mondo.
NON BERE MAI:
- Bevande alcoliche.
- Urine.
- Sangue.
- Acqua del mare.
- Ghiaccio o neve.
- Benzina o composti chimici.
- Acqua stagnante di stagni, pozze (che non ha canali di deflusso).
- Liquido biancastro, linfa lattiginosa di alcune piante (dal colore particolarmente brillante e amaro, potrebbe essere velenoso).
- Acqua sporca con schiuma e bolle e dall’odore nauseabondo.
- Acqua dove all’interno ci sono animali morti.
- Acqua di colore strano o dove la vegetazione circostante è morta o mancante.
Purificate sempre l’acqua per essere sicuri. Il metodo classico prevede di bollirla e di filtrarla se è sporca.
3 metodi per purificare l’acqua consigliati dai berretti verdi:
- Pastiglie potabilizzanti (1 per acqua chiara, 2 per acqua scura).
- Bollire l’acqua per almeno 10 minuti.
- 5 gocce di iodio al 2% in un contenitore, attendere 30 minuti prima di bere. 3 gocce di iodio per litro se la soluzione è al 3%.
Altri metodi e istruzioni più dettagliate le troverete nel capitolo dedicato all’acqua.
Attraverso il cibo: mangiare carne o pesce crudo, cibarsi di insetti vivi, mangiare animali trovati già morti sono cose da evitare in una situazione di sopravvivenza. La fame può portarci a non ragionare lucidamente ma dobbiamo pensare: “che senso ha riempirci lo stomaco con del cibo che una volta ingerito potrebbe farci male e causarci vomito, diarrea diminuendo ancora di più le nostre scorte di energia, vitamine e sali minerali?”.
Alcune regole per cibarsi in sicurezza:
- Mangiate solo cibo appena cacciato o pescato.
- Cucinate bene il cibo.
- Evitate di cibarvi di carne cruda.
- Evitate di cibarvi di piante che non conoscete.
- Non cibatevi di funghi.
- Pulitevi le mani prima di mangiare.
Attraverso una ferita esposta: tagli, punture, piccoli ferite, escoriazioni e abrasioni se non medicate possono essere una semplice via per la prolificazione di batteri. Vestitevi sempre con abiti lunghi (anche il climi umidi) braccia e gambe coperte per evitare punture e morsi di insetti e piccoli tagli con la vegetazione selvaggia (rami, piante spinose o irritanti…).
Alcuni consigli:
- Fermatevi subito a medicare e coprire le ferite.
- Indossate una maglietta a maniche lunghe, pantaloni e un foulard intorno al collo per mettere al sicuro ogni zona del vostro corpo.
- Usate repellenti antizanzare per evitare punture.
- Disinfettate anche morsi e punture di insetti.
- Togliete eventuali parassiti attaccati alla cute.
- Controllatevi spesso i capelli.
Passaggio mani-bocca: molto importate è l’igiene delle mani e delle unghie. Se abbiamo trovato del cibo; prima di mangiarlo ricordiamoci di lavarci le mani, il modo più facile per prendersi dei virus è tramite il passaggio dalle mani alla bocca. Anche le unghie delle mani devono essere ben pulite, infatti sotto l’unghia possono facilmente annidarsi e prolificare vari microrganismi, batteri, funghi, ecc… Vedi capitolo dedicato all’igiene.
EVITATE di toccare con le mani sporche: occhi, bocca, naso, orecchie, parti intime ma anche ferite, cibo e acqua che dovete consumare.
Attraverso gli animali: i pidocchi possono trasmettervi il tifo, le zanzare possono passarvi molte malattie (malaria, febbre dengue, febbre gialla), le mosche possono infettarvi con la dissenteria, il colera, la tripanosomiasi africana umana, le pulci possono passarvi la peste bubbonica e polmonare, le zecche la febbre maculosa delle montagne rocciose. Morsi e punture di animali possono infettarvi, ad esempio il veleno delle api o vespe può scatenare delle allergie nei soggetti portati oppure i morsi dei pipistrello possono passare la rabbia. Attenzione anche a serpenti, ragni e scorpioni.
Vestiario inadatto: un abbigliamento non adatto alla condizioni climatiche (caldo, gelo, pioggia, umidità, vento) potrebbe indebolire il vostro sistema immunitario rendendovi più esposti alle patologie.
PATOLOGIE
IPOTERMIA: più conosciuta come assideramento. L’ipotermia comincia quando la temperatura interna del corpo umano scende sotto i 35 gradi. Si considera ipotermia grave quando la temperatura interna raggiunge i 26 gradi, al di sotto dei 24 gradi si considera l’ipotermia come letale. Il congelamento dei tessuti avviene quando la loro temperatura scende sotto i 4 gradi, l’azione del freddo colpisce subito il naso le orecchie, le dita e i piedi, questo perché sono le parti del corpo più esposte, bisogna quindi coprirle e tenerle al caldo. L’esposizione prolungata di mani e piedi a forte freddo può portare i tessuti a necrotizzarsi in modo irreversibile, in questi casi purtroppo è necessario procedere con l’amputazione, anche se si può attendere diversi giorni o addirittura settimane prima di procedere con l’operazione chirurgica. Particolare attenzione va dedicata allo scongelamento che deve essere graduale per evitare gravi ferite causate dell’espansione troppo veloce dei vasi sanguigni. Se si hanno le mani congelate o comunque molte fredde NON metterle assolutamente sopra il fuoco ma farle riscaldare gradualmente col suo calore. Non bere MAI alcolici per riscaldarsi, poichè all’inizio danno un senso di calore ma subito dopo provocano un raffreddamento drastico del corpo. Possibilmente bere una bevanda calda e zuccherata. Per tenere al caldo le mani si possono mettere sotto le ascelle.
IPERTERMIA: nota come colpo di calore (forte aumento della temperatura corporea 39°/40°C). I primi sintomi dell’ipertermia sono un forte mal di testa e un senso di stanchezza, se non si trova subito un riparo all’ombra e un po’ d’acqua, la situazione precipita velocemente, si smette di sudare e ci si sente storditi e se non si ricevono cure adeguate si può anche morire. Il primo soccorso in casi di ipertermia deve cercare di mantenere le funzioni vitali dell’infortunato, portandolo in un ambiente arieggiato ma senza provocare un raffreddamento brusco. La prima cosa da fare se c’è molto caldo è di coprirsi la testa con qualsiasi cosa si ha a disposizione. Si può utilizzare un grosso fazzoletto di stoffa o un ritaglio di un indumento (meglio se chiaro). Per trovare un po’ di sollievo si può orinare sul copricapo. Coprite anche le zone di pelle esposte ai raggi solari per evitare delle scottature.
PIRESSIA o FEBBRE: la febbre è un classico della sopravvivenza e di chi viaggia molto. Appena appaiono i primi sintomi bisogna cercare di capire da cosa può derivare l’innalzamento della temperatura corporea.
LA TEMPERATURA CORPOREA (stati febbrili):
- subfebbrile 37° – 37,3°C
- febbricola 37,4° – 37,6°C
- febbre moderata 37,7° – 38,9°C
- febbre elevata 39° – 39,9°C
- iperpiressia >40°C
COLPO DI CALORE (aumento temperatura):
- ipertermia 39° – 40°C
- ipertermia grave 40° – 40,9° (rischio per la vita)
- ipertermia gravissima 41° (il cervello comincia a subire danni)
- ipertermia con morte certa +45°C
- ipertermia con morte immediata +50°C
L’IPOTERMIA (diminuzione temperatura):
- ipotermia 35° – 32°C (brividi).
- ipotermia moderata 32° – 28°C (stato soporoso, il paziente risponde agli stimoli).
- ipotermia grave 28° – 24°C (incoscienza, parametri vitali rilevabili).
- ipotermia molto grave 24° – 20° (assenza di segni vitali).
- ipotermia profonda 20° – <14° (morte quasi sicura).
Farmaci per abbassare la febbre: l’acido acetilsalicilico se la febbre ha origini infiammatorie (Aspirina), il paracetamolo che è un classico antipiretico (Tachipirina), l’ibuprofene (proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica) e il ketoprofene simile al precedente (Oki). In caso di ipertermia tamponare il corpo con acqua e alcol.
TIPI DI FEBBRE:
- CONTINUA: la temperatura corporea si alza è rimane stabile (es. polmoniti lobari).
- DISCONTINUA: la febbre oscilla di 2°/3°C durante la giornata (es. presenza di batteri nel sangue)
- A INTERMITTENZA: periodi alternati di febbre e temperatura normale (es. malaria).
- RICORRENTE: la febbre oscilla da 3 a 5 giorni (es. peritonite batterica).
- OSCILLANTE: la febbre oscilla da 10 a 15 giorni (da batterio es. brucellosi).
- FEBBRICOLA: è una febbre intermittente che non supera i 37,5°C e si protrae per settimane, mesi e a volte addirittura anni.
CAUSE DELLA FEBBRE:
- Malattie infettive.
- Distruzione tessuti (tumori, ferite, ustioni, fratture).
- Infiammazioni non infettive (artrite reumatoide, lupus, gotta).
- Lesioni cerebrali.
- Aumento eccessivo produzione calore (tireotossicosi).
FASI DELLA FEBBRE:
- PRIMA FASE: l’incremento della temperatura può essere lento o brusco (con brividi, pelle d’oca e tremori).
- SECONDA FASE: il fastigio. Si classifica questa fase per la durata (ore, giorni, settimane) e per la tipologia (febbre continua, intermittente…).
- TERZA FASE: la defervescenza che può essere lenta e graduale o brusca (con sudorazione abbondante).
LA FEBBRE INTERMITTENTE:
- BIQUOTIDIANA: 2 stati febbrili e 2 ricadute (es. sepsi).
- TERZANA: la febbre sale di colpo dura 1 giorno, e poi scompare per 3 giorni, poi ricompare e così via (plasmodium vivax).
- QUARTANA: febbre il 1° e il 4° giorno (plasmodium malariae).
- QUINTANA: febbre il 1° e il 5° giorno (richeziosi).
Vedi anche RIMEDI NATURALI A BASE DI ERBE.
DIARREA: diarrea e problemi gastrointestinali sono anch’essi un classico della sopravvivenza e di chi viaggia molto. La diarrea consiste in un aumento dell’emissione di feci giornaliere e in una diminuzione della loro consistenza (feci liquide, e talvolta presenza di sangue). La metà delle diarree sono innescate da batteri come Shigella o Salmonella e dai virus Rotavirus, Adenovirus e della epatite. Inoltre la diarrea può essere scatenata da tossine prodotte da batteri presenti nel cibo o in acque contaminate, in questo caso l’agente batterico frequentemente responsabile è lo Stafilococco.
TIPI DI DIARREA:
- LA DIARREA ACUTA: da un giorno a un massimo di due settimane. E’ scatenata quasi sempre da agenti infettivi. Cause scatenanti della diarrea possono essere l’utilizzo di acqua non potabile, la presenza di rifiuti non smaltiti, e l’inadeguata cottura di alcuni cibi.
- LA DIARREA PERSISTENTE: da un giorno a quattro settimane.
- LA DIARREA CRONICA: oltre il mese.
In caso di diarrea è meglio attendere, e far liberare l’intestino da potenziali germi, prima di intraprendere delle cure. Se, invece, si tratta di infezioni meglio intraprendere subito un trattamento.
Trattamenti: utilizzo di antidiarroici per ridurre i sintomi e integratori per ripristinare i liquidi persi. Deve essere, però, trovata la causa alla base della diarrea per poter procedere con la vera cura a base di antibiotici o probiotici.
La diarrea fa perdere acqua e sali all’organismo, essi devono essere reintegrati in fretta (sali e zuccheri, bevande gassate come la Coca Cola sono anche astringenti, salatini contengono sodio e potassio, brodi e tisane).
Le possibili cause della diarrea:
- infezioni batteriche o virali, inclusa la “diarrea del viaggiatore”.
- presenza di parassiti intestinali.
- malattie dell’intestino (colite, celiachia, malattie infiammatorie croniche, colon irritabile).
- stress psicofisico.
- assunzione di farmaci lassativi o antinfiammatori o effetti collaterali di altri.
DISSENTERIA: malattia infettiva a carico dell’apparato digerente. E’ causata dall’ingestione di alimenti infetti e di acqua contenente microrganismi (shigella e entamoeba histolytica). I sintomi comprendono diarrea con presenza di muco e sangue, e anche febbre e vomito.
DISIDRATAZIONE: si riscontra questa patologia quando la quantità di acqua assunta è minore dell’acqua persa. Il caldo, il freddo, il sudore, la febbre, patologie come vomito, diarrea possono far perdere al corpo molto liquidi che devono essere al più presto rimpiazzati per evitare la disidratazione. Il corpo deve assumere almeno 1,5 litri al giorno di acqua. I sintomi che avvertiremo in caso di disidratazione saranno: sete, pelle e bocca secche, vertigini, palpitazioni, debolezza, astenia, affaticamento, sonnolenza e torpori.
COME EVITARE LA DISIDRATAZIONE:
- Riposarsi ogni volta che è possibile.
- Non fumare o bere alcolici.
- Stare all’ombra o al fresco in climi caldi.
- Non coricarsi mai sul suolo interporre qualcosa tra voi e il terreno (il suolo fa disperdere calore al vostro corpo).
- Mangiate poco se avete poca acqua (la digestione sottrae molti liquidi al corpo).
- Respirate con il naso ed evitate di parlare.
INEDIA o CARENZA DI VITAMINE: in una situazione di sopravvivenza potremmo soffrire di malnutrizione. La mancanza dei giusti apporti nutritivi può portare anche ad anemia (diminuzione di emoglobina nel sangue), beriberi (scarsità di vitamina B1), pellagra (scarsità di vitamine del gruppo B e vitamina PP) e scorbuto (carenza di vitamina C). Uno stato di inedia prolungata (oltre i 40 giorni) può causare danni permanenti agli organi e può anche portare alla morte. Il trattamento per l’inedia consiste in un recupero delle sostanze nutritive perse lento e graduale. Il recupero deve essere progressivo per evitare la sindrome da rialimentazione (che può essere anche mortale).
AMS: nelle zone più alte (generalmente sopra i 2500 metri, anche se i soggetti più sensibili manifestano i primi sintomi a soli 1500mt) si può incorrere nel mal di montagna, una patologia del nostro corpo che si manifesta poiché non siamo abituati alle altitudini. I sintomi sono: mal di testa, perdita di appetito, nausea o vomito, fatica o astenia, vertigini o senso di stordimento, insonnia e irritabilità. Il mal di montagna può potare anche alla morte (edemi cerebrali e enfisemi polmonari). Alla comparsa dei primi sintomi scendere immediatamente di quota. Bevete molta acqua o bevande analcoliche. Potete anche assumere farmaci come il Diamox o il Decadron.
Vedi anche LA MEDICINA NATURALE.
Altre condizioni che possono alterare il nostro stato psico-fisico:
PAURA e ANSIA: continui stati d’ansia e terrore possono indebolire le nostre difese immunitarie. Il forte stress invece è argomento di discussione tra gli esperti, alcuni dicono che lo stress sproni il corpo a dare di più altri invece sostengono che lo stress non è positivo e indebolisce il fisico. Ma entrambi concordano che lo stress troppo elevato è dannoso per la mente e per il fisico.
AVVELENAMENTI: da piante velenose, funghi o animali velenosi.
Attenzione alla piante velenose (cicuta maggiore, saponaria officinalis, speronella, digitalis, frangola, atropa belladonna, datura stramonium…).
Non cibatevi mai di funghi (hanno anche un apporto nutritivo basso evitateli se non li conoscete al 100%).
Fate attenzione a serpenti e scorpioni.
Pesci velenosi: scorfano, tracine o pesce ragno (ne esistono 9 specie), pastinaca, pesce palla, pesce gatto, pesce pietra, leone e scorpione, meduse (tra le più pericolose ricordiamo la Vespa di Mare), alcune specie di conus.
MAL DI MARE: il movimento irregolare dell’acqua può portare persone predisposte ad accusare un senso di malessere generale e di ansia che si trasforma ben presto in pallore, sudorazione fredda, nausea, vomito e forti mal di testa. Chi ne soffre verrà indebolito fisicamente inoltre avrà il morale a terra. Se siete su una scialuppa tenetevi impegnati, datevi dei compiti, cercate di far passare il tempo in questo modo si ridurranno le possibilità che qualcuno soffra di mal di mare. Se il malcapitato vomita, sciacquate bene l’imbarcazione per eliminare le tracce e l’odore di vomito. Copritelo, fatelo distendere e riposare, non dategli cibo. Se avete dei farmaci adatti a questa patologia somministrateglieli (es. dimenidrinato). Il mal di mare dura qualche ora cercate di mantenere la calma e fare respiri lunghi e profondi. Evitate di bere bevande gassose, eccitanti (caffè, tè), o alcool. Evitate di fissare l’orizzonte.
FRATTURE, DISTORSIONI, SLOGATURE, LUSSAZIONI, CRAMPI.
FERITE: in caso di ferite pulite e disinfettate bene la zona, togliete eventuali corpi estranei e coprite con un cerotto. Di tanto in tanto controllate la ferita e rifate la medicazione. Attenzione ai parassiti che potrebbero trovare ospitalità nella ferita.
EMORRAGIE: se si perde una notevole quantità di sangue il corpo andrà in shock (lo stato di shock si può anche raggiungere con l’eccessiva perdita di liquidi attraverso la sudorazione, il vomito e la diarrea). Vedi anche primo soccorso.
ALLERGIE: Molte piante anche se commestibili potrebbero scatenare una reazione allergica, ecco perchè è molto importante conoscere a quali piante si è intolleranti (il test principale per la diagnosi di allergia è il test cutaneo “prick-test”). Nel caso si scateni un’allergia si possono trattare i sintomi con farmaci antistaminici come la cetirizina, la desloratadina e la loratadina. Si può usare anche il cortisone.
Per la sopravvivenza urbana:
RADIAZIONI: (in caso di attacco nucleare). Assorbire dosi massicce di radiazione può portare alla morte, tale evento è conosciuto come avvelenamento da radiazioni. Le dosi di radiazioni ionizzanti assorbite da un organismo vengono misurate in rad o gray mentre gli effetti biologici sul corpo umano vengono misurati con i seviert o i rem.
Fino a 0,2 sievert non si riscontrano problemi, è calcolato che un corpo umano durante l’anno assorbe naturalmente fino a 3 millisievert (statistica italiana).
Da 0,5 Sv fino a meno 1 Sv si possono avere dei sintomi anche gravi (sterilità temporanea) ma comunque transitori.
Da 1 Sv a 2 Sv: 10% di mortalità entro un mese.
2 Sv – 3 Sv: 35% di mortalità entro un mese.
4 Sv – 6 SV: morte in più della metà dei casi anche in meno di un mese.
Oltre 6 Sv: sopravvivenza impossibile oltre il mese.
Purtroppo non esistono trattamenti medici che possano invertire gli effetti della radiazioni, e possibile gestire i danni causati agli organi, ridurre i sintomi e alleviare il dolore. Comunque anche con esposizioni non mortali si possono aumentare le possibilità di sviluppare delle neoplasie in futuro.
INTOSSICAMENTO DA AGENTI NERVINI: dopo l’utilizzo di gas GA, GB, GD e Vx da parte di organizzazioni terroristiche o nazioni nemiche.
I sintomi di avvelenamento comprendono:
- epistassi
- dolori al torace
- indebolimento della vista e restringimento delle pupille
- sudorazione eccessiva
- defecazione e minzione involontaria
- contrazioni, convulsioni e perdita di equilibrio
- cefalea
- sonnolenza
- soffocamento e morte
Antidoti: l’atropina e l’obidossima.
KIT PRIMO SOCCORSO
Potete creare il vostro kit medico stipando, in un contenitore a tenuta stagna, tutti i farmaci e gli accessori di cui potreste aver bisogno. Esistono anche kit medici già assemblati per ogni esigenza facilmente acquistabili in negozio o in farmacia, ma noi vi consigliamo di assemblare il vostro kit a seconda delle vostre esigenze, informandovi bene su ogni prodotto del kit. RICORDATE che un buon kit, per essere efficace, deve saper esser usato bene e in maniera veloce. In caso di bisogno dovrete sapere subito quali medicinali utilizzare e come usare gli accessori del kit.
Esempio di kit medico assemblato per la montagna o per l’escursionismo:
1) cotone idrofilo
2) disinfettante: acqua ossigenata, Betadine
3) laccio e cotone emostatico
4) cerotti medicati tipo Dicloreum
5) cerotti varie forme e dimensioni, almeno uno largo
6) bende da cm. 5 e da 10 cm.
7) pomata antistaminica per punture d’insetti
8) fiale coagulante
9) ammoniaca
10) cardiotonico in gocce
11) antidolorifici, antiacidi e digestivi
12) succhia veleno
13) compresse di garza medicata e non
14) stecche per fratture
15) sapone in polvere
16) forbici, 2 pinze da medicazione, bisturi retto, 6 spille di sicurezza, lametta
17) 2/3 siringhe pronto uso
18) cortisone a fiale (tipo Urbason fiale)
19) antispastico (tipo Spasmex)
20) antibiotico
RICORDATE: Includete nel kit i medicinali personali (es. farmaci salvavita) e se siete allergici gli antistaminici, gli antiasmatici.
I corpi speciali britannici del SAS includevano nel loro kit di pronto soccorso:
- Antidolorifici, antibiotici
- Medicinali contro le ustioni
- Crema antimicotica
- Flebo per l’ipodermoclisi
- Garze, cerotti
- Kit per immobilizzare fratture
- Aspiratore muco per neonati (utile per liberare le via aeree)
- Espansore di volume plasmatico (sostanze impiegate per aumentare il volume di liquido che circola nei vasi sanguigni in caso di grandi perdite di sangue)
- Kit per la sutura
- Forcipe
RICORDATE: controllate le scadenze dei medicinali e i metodi di conservazione dei farmaci (umidità, temperatura).
Classico Kit da primo soccorso base acquistabile in negozio:
Costo: da 20 a 30 euro
Peso: Kg.1,40
Misure valigetta: 250x190x90 mm
Contenuto:
1 Copia Decreto Min. 388 del 15.07.03
2 Paia guanti sterili
1 Flacone disinfettante 125 ml IODOPOVIDONE al 10% iodio PMC
1 soluzione fisiologica sterile 250 ml CE
1 Busta compressa garza sterile cm 18×40
3 Buste compressa garza sterile cm 10×10
1 Pinza sterile
1 Confezione di cotone idrofilo
1 PLASTOSAN 10 cerotti assortiti
1 Rocchetto cerotto adesivo m 5×2,5 cm
1 Benda di garza da m 3,5×10 cm
1 Paio di forbici cm.10 FOR078
1 Laccio emostatico
1 ICE PACK ghiaccio istantaneo monouso
1 Sacchetto per rifiuti sanitari mm 250×350
1 Istruzioni MULTILINGUA pronto soccorso
RICORDATE: leggete sempre le indicazioni presenti sul foglio illustrativo, non mischiate i farmaci, non bevete mai alcool quando assumete un farmaco e se riscontrate intolleranze o effetti collaterali nell’utilizzo di un farmaco interrompetene la somministrazione e se potete andate da un medico.