SOPRAVVIVERE SU MARTE
SOPRAVVIVENZA SU MARTE
E’ possibile vivere su Marte?
Con questo articolo usciremo dai confini terrestri… e non basterà un buon kit di sopravvivenza per uscirne vivi!
Sin dai tempi più antichi l’uomo si è distinto per la sua curiosità e per la sua voglia di superare i limiti imposti o conosciuti. Tante sono state le sfide, tanti gli sforzi compiuti dai più disparati viaggiatori per raggiungere le loro mete:
le traversate degli oceani, la scoperta di nuove terre,
il raggiungimento dei poli, le scalate sulle cime dei monti più alti,
l’esplorazione dei fondali più profondi, l’uscita dall’atmosfera terrestre,
i viaggi in orbita, l’allunaggio.
Dopo le mete raggiunte sulla Terra e dopo aver messo piede sul nostro satellite naturale la Luna nel 1969, ora non ci sono più luoghi inesplorati (non esistono più zone bianche nelle cartine, conosciamo bene le mappe del nostro pianeta); quindi per procedere nella colonizzazione territoriale bisogna allargare l’orizzonte.
E quando si parla di espansione e di conquistare nuove terre è sicuramente andare sul pianeta rosso quello che viene in mente a molti. Marte fino ad oggi è stato raggiunto diverse volte da veicoli spaziali senza equipaggio (lander, rover, orbiter), e attualmente camminano sul suolo marziano i nostro robot che esplorano il pianeta e analizzano dati: Sojourner primo rover arrivato nel 1997, Spirit ed Opportunity arrivati nel 2004 uno è ancora operativo, Curiosity arrivato nell’estate del 2012 – rover operativo.
Raggiungere Marte sarà una svolta epocale, per la prima volta l’essere umano metterà piede su un pianeta diverso della Terra. Sicuramente sarà uno dei viaggi più lunghi, difficili e tecnologicamente complessi mai fatti da qualsiasi terrestre. Sarà molto dispendioso in senso economico e in senso di risorse, e per il raggiungimento sarà necessario la cooperazione di tutti gli stati coinvolti negli attuali programmi spaziali. Grandi passi saranno compiuti per quanto riguarda la ricerca nell’ingenieria e nella meccanica dei veicoli spaziali, nella medicina aerospaziale e nello studio della vita umana nello spazio aperto sia sul piano fisico che su quello psicologico.
Un viaggio di ben 56/57 milioni di Km.
Marte dista mediamente dalla Terra 78,3 milioni di chilometri, a seconda dell’orbita la distanza Marte-Terra può raggiungere:
i 401,3 milioni di Km (distanza massima)
e i 55,7 milioni di Km (distanza minima).
La finestra di lancio più conveniente per viaggiare verso Marte si apre ogni 780 giorni, è assolutamente necessario ridurre al minimo indispensabile i chilometri che dividono i due pianeti per risparmiare carburante e tempo di viaggio.
I tempi di viaggio: su questo ci sono ancora molti dubbi, la scoperta di nuove tecnologie o il miglioramento delle attuali potrebbe cambiare radicalmente i tempi. Alcuni parlano addirittura di soli 39gg di viaggio con l’utilizzo di motori al plasma, uno di questi il VASMIR, ma con un normale motore a razzo si parla di un viaggio che varia dai 180gg ai 250gg. Per ora utilizzando i normali endoreattori si parla comunque di minimo 6 mesi di viaggio.
Sopravvivere su Marte? Impossibile almeno non senza l’utilizzo della più avanzate tecnologie astronautiche.
Questo blog parla di sopravvivenza in luoghi remoti e ostili, ma il pianeta rosso non da nessuna chance di sopravvivenza ad un essere umano. Senza tute adatte si morirebbe nel giro di qualche minuto.
Questo perchè l’atmosfera di Marte è composta da anidride carbonica (pochissimo ossigeno solo lo 0,13% dell’atmosfera). La CO2 in grandi concentrazioni è un vero veleno per noi umani, e su Marte essa rappresenta ben il 95% dell’atmosfera!
La temperatura media di Marte al suolo è di -40°C,
con massime di 35°C in estate (all’equatore),
e minime di ben -143°C in inverno (temperatura riferita ai Poli).
L’escursione termica è molto alta per via dell’incapacità del suolo di trattenere il calore e dell’atmosfera molto sottile (20°C di giorno, -70°C di notte, in estate).
L’atmosfera di Marte è estremamente rarefatta, la pressione atmosferica è circa l’1% di quella terrestre e non c’è presenza di magnetosfera. Questa combinazione atmosferica permette ai raggi ultravioletti di raggiungere il suolo. Gli UV in alte concentrazioni sono letali per ogni forma di vita (a questo proposito gli scienziati hanno ipotizzato che se in passato ci fosse stata vita su Marte, oggi per via della radiazioni si potrebbe trovare qualcosa solamente nel sottosuolo).
La forza di gravità su Marte è minor di quella sulla Terra, infatti un peso di 70Kg sulla Terra, su Marte peserebbe 26 Kg. L’accelerazione gravitazionale di Marte è di 3,69 m/s².
Oltre a questi problemi ci sono anche le tempeste di sabbia estive, estremamente potenti (potrebbero alzare tranquillamente un bus), gigantesche (alte come montagne) e formate da polveri sottilissime (queste polveri molto sottili potrebbero rappresentare un fastidioso problema per una missione su Marte).
Le tempeste solari (vedi tempesta geomagnetica) sono uno dei maggior problemi, esse si creano dell’attività magnetica solare. Durante questo ciclo la corona solare rilascia grandi emissioni di materia, questo flusso di particelle cariche viene chiamato vento solare. Viaggiano veloci e arrivano in breve tempo; e data la mancanza di una magnetosfera colpiscono direttamente il suolo marziano. Le radiazioni emanate sono altissime, un astronauto irradiato da protoni solari in dose massiccia non avrebbe scampo.
Collegamenti con la Terra: mano a mano che la navicella si allontanerà dalla Terra i tempi di trasmissione si allungheranno, comunicare dalla Terra una volta su Marte a seconda dell’orbita potrà oscillare tra i 12min e i 22min. Questo significa ad esempio 22 minuti per inviare la domanda e altri 22min per ricevere la risposta; quindi un ritardo di 44 minuti nelle comunicazioni. Questo significa che in caso di pericolo imminente l’equipaggio se la dovrà cavare da solo in quanto il contatto con la Terra non sarebbe immediato.
I punti critici riguardo ad una eventuale missione umana su Marte:
- Salute fisica e psicologica dei cosmonauti
Senz’altro un aspetto da non trascurare è il fattore uomo e la sua salute mentale e fisica comunque necessaria per il riuscimento della missione. L’invio di robot non comporta problemi (se non economici) nel caso di una perdita, ma con le persone è tutt’altra storia (non si può sbagliare), una missione non studiata in tutti particolari comporterebbe la perdita di vita umane e questo vorrebbe dire annullare le missioni umane su Marte.
Una missione di circa 3 anni, può succedere di tutto: ci si può ammalare (anche gravemente tanto da richiedere una sala operatoria), ci si può ferire ma si può anche impazzire (stress estremo, convivenza a strettissimo contatto con altre persone 7/7g – 24/24h, solitudine per la lontananza dalla Terra, paura di morire; ma anche disturbi psichici per quanto riguarda il nutrimento, l’igiene personale e le altre necessità fisiologiche dell’uomo).
Inoltre vivere in assenza gravità può comportare dei danni alla struttura portante degli astronauti; per questo gli scienziati studiano, sulla stazione spaziale internazionale, il comportamento del corpo umano a gravita zero su lunghi periodi. Una possibile soluzione a questo problema potrebbe essere di creare una gravita simile a quella della Terra a bordo della navicella; diversi studi hanno provato che sarebbe possibile.
Se la missione riuscirebbe potrebbero esserci dei problemi psicologici anche una volta ritornati sulla Terra come depressione o incapacità di ritornare alla vecchia vita, problemi nel riallacciare i rapporti dopo anni, riprendere la propria routine. Scoprire che una persona cara è deceduta, tradimenti, insomma di tutto… Per questo si prevede già che gli astronauti tornati incolumi vengano seguiti constantemente durante il loro rientrò nella società.
- Il Viaggio di andata
Il tragitto verso Marte è lungo e pieno di insidie: radiazioni, irragiamento solare, danneggiamento della navicella da parte di piccoli corpi, anche qui può accadere di tutto. Vedi sopravvivere nello spazio aperto.
- L’atteraggio della capsula
In soli 6 minuti si deciderà se la missione si concluderà in bene o in male, in questi pochi e delicati minuti la navicella dovrà entrare nell’atmosfera, sopportare un calore estremo, rallentare e atterrare delicatamente sul suolo ma soprattutto dovrà centrare il luogo esatto dove gli astronauti troveranno i moduli abitabili con le scorte e gli strumenti precedentemente inviati. Sbagliare l’atterraggio di un paio chilometri dal sito comporterebbe morte certa per l’equipaggio (a meno che come teorizzato da alcuni: si doti la navicella di ruote in grado di camminare sul suolo marziano).
- La vita sul pianeta
Data l’inabitabilità del pianeta per gli umani si deduce che un danno alla tuta spaziale risulterebbe fatale per l’astronauta. Come già visto contribuiscono a rendere Marte non vivibile: mancanza di ossigeno, pressione atmosferica, temperature rigide, bassa gravità, radiazioni solari, tempeste di sabbia, impatti asteroidi o comete (comunque prevedibili), possibilità remota di trovare microrganismi dannosi per l’uomo.
Per quanto riguarda le tempeste solari, nel caso se ne presenti una, l’equipaggio dovrà raggiungere la navicella, che opportunamente schermata, impedirà agli astronauti di essere irradiati fatalmente. Se si dovessero trovare all’aperto le radiazioni ucciderebbero l’equipaggio in quanto le attuali tute spaziali non potrebbero reggere le enormi quantità di radiazioni emanate dal Sole.
- Il decollo e l’attracco
Anche il viaggio di ritorno comportarà una serie di problemi (probabilmente anche di più), l’attracco con il modulo di trasporto dovrà essere perfetto sbagliare comporterebbe la distruzione della navicella. La tempistica dovrà essere impeccabile perdere la finestra Marte-Terra, partire in ritardo potrebbe significare l’impossibilità di ritornare sulla Terra. Il decollo della navicella sarà una parte molto delicata, il motore rimasto fermo e al freddo potrebbe giocare brutti scherzi; per questo occorerrà studiare anticipatamente molto bene il comportamento delle parti meccaniche e dei combustibili usati per il decollo seguendo tutti gli scenari possibili per ridurre al minimo tragiche problematiche.
- Il ritorno
Anche durante il ritorno e l’atteraggio sulla Terra dovrà andare tutto liscio, perdere l’equipaggio e fallire la missione a questo punto sarebbe veramente una tragedia. Una volta arrivati sulla Terra, come successe per il primo equipaggio che andò sulla Luna, ci dovrà essere un periodo di quarantena; durante il quale gli esperti del settore valuteranno la salute degli astronauti ed eventuali contaminazioni che potrebbero rappresentare un pericolo per la popolazione mondiale.
Una volta conclusa anche questa fase si potrà annunciare ufficialmente che l’uomo ha raggiunto Marte e ne è tornato incolume. Un viaggio durato anni e lungo milioni e milioni di chilometri, che metterà le basi ad una nuova epoca di viaggi spaziali e che forse porterà in futuro alla costruzione di basi permanenti sul pianeta rosso…
Detto tutto questo… ma quando andremo su Marte?
In rete si trovano diverse date 2018, 2021, 2023 (date comunque poco realistiche) molto probabilmente non andremo su Marte prima del 2030.
Secondo la NASA e l’ESA (seguendo lo schema del programma Aurora) l’uomo potrà mettere piede su Marte tra il 2030 e il 2033.
Non per fare il guastafeste o il precisino, ma… la massa di un uomo di 70 Kg sulla Terra è di 70 Kg anche su Marte. Cambia il PESO (che si misura in Newton), che per un uomo di 70 Kg su Marte sarebbe di 258,3 N.
Articolo interessante e colgo l’occasione per complimentarmi per questo sito! veramente ben fatto e con tanti articoli utili!