REGOLE BASE PER CIBARSI CON LE PIANTE
LE REGOLE PER DISTINGUERE UNA PIANTA COMMESTIBILE DA UNA NON MANGIABILE
I vegetali sono molto più semplici da trovare della carne, il corpo umano può sopravvivere tranquillamente cibandosi di soli vegetali anche per lunghi periodi.
Al mondo esistono innumerevoli piante, ed praticamente impossibile conoscerle e distinguerle tutte, anche per i più esperti. Ci sono posti come i deserti, sia caldi che freddi, dove la flora è ridotta a poche specie di vegetali, in questo caso è facile studiarli e memorizzarli tutti o comunque la maggior parte; ma in altre zone come ad esempio la foresta pluviale si fa in fretta a fare confusione anche se si è del luogo. Pensate che la foresta pluviale rappresenta ben due terzi del mondo vegetale ed animale del pianeta. La flora è così immensa e variegata che migliaia di specie vegetali sono ancora sconosciute. Le piante in una situazione di sopravvivenza rappresentano una parte importantissima: tronchi, rami, foglie… possono offrirci riparo, legna per il fuoco, materiale per la costruzione di contenitori per acqua e cibo, utensili, cordame, vestiti, inoltre dalle piante possiamo creare medicinali (vedi rimedi naturali a base di erbe e curarsi con la medicina naturale), possiamo cibarci, dissetarsi e anche il veleno può tornarci utile (possiamo avvelenare la punta di una freccia per colpire un animale pericoloso). Ecco perchè dobbiamo imparare a conoscere alberi e piante per sapere come sfruttarle a nostro vantaggio. Possiamo ad esempio cominciare ad approcciarsi in questo vasto mondo imparando a conoscere la flora presente nella nostra regione per poi espanderci al territorio nazionale. Prima di intraprendere una spedizione in un paese o continente diverso è sempre meglio informarsi sul tipo di fauna e flora a cui si andrà incontro. Purtroppo è difficile approcciarsi a questo mondo senza fare esperienza sul campo anche con un manuale illustrato tra le mani non si può essere mai sicuri al cento per cento, soprattutto per le specie più ambigue, le fotografie dei libri a volte non sono così chiare e non illustrano una pianta in tutti i suoi stadi evolutivi (molto spesso sui libri si trova solo l’immagine del fiore) e anche la parte testuale a volte non è in grado di descrivere appieno le sensazioni che si provano dinanzi a un tipo di pianta come ad esempio il profumo, il sapore, la percezione al tatto, il suono che emettono se calpestate. Pensate alla vastità di piante presenti ai tropici molte delle quali neanche conosciute, si correrebbe un rischio enorme a mangiarle. Da qui nasce la regola che vige al di sopra di tutte: mangiate solo quello che conoscete.
Alcune regole basilari:
- Se non siete sicuri della commestibilità di una pianta evitatela a priori, meglio soffrire i morsi della fame, che mangiare e poi stare male.
- La cottura è molto importante in quanto elimina i germi.
- Mai mangiare i funghi, ne esistono molte specie velenose e non vale la pena rischiare anche perchè il loro apporto proteico è veramente bassissimo. La cottura o la bollitura non elimina le sostanze tossiche e velenose dai funghi. Non rischiate non esistono antidoti per i funghi velenosi.
- Non mangiare cibi con muffe.
- Non ingerite le piante che contengono liquido biancastro e denso – linfa lattiginosa (possono essere velenose), oppure piante che sono molto amare e disgustose o che hanno un colore appariscente e brillante.
- I cereali sono commestibili (Mais, Frumento, Riso, Miglio, Orzo, Sorgo, Avena, Segale, Triticale, Grano saraceno, Fonio e Quinoa). Non mangiare quelli che hanno escrescenze nerastre al posto dei semi.
- Non mangiate le piante con la linfa colorata, che abbiano i frutti suddivisi in 5 segmenti, erbe con peluria su steli e foglie.
- Se una parte di un pianta è commestibile questo non vale per tutte le sue altre parti.
- Non assaggiate le piante che non conoscete, ma se volete azzardare fatelo assaggiandole in piccole dosi. Seguite questa procedura: mettetele in bocca ma non ingeritele e se masticando non sentite particolari gusti cattivi come pizzicori, bruciori, sapore amaro, acido o saponoso provate a mangiarne una piccola dose. Se dopo 6 o 8 ore non si presentano reazioni come vomito, dolori allo stomaco o diarrea, provate ad aumentare la dose e attendete altre 6 ore e se anche in alte dosi non riscontrate effetti collaterali si possono considerare innocue.
- Se ci si accorge di avere ingerito del cibo tossico, provocare subito il vomito (inserendo una o più dita fino al fondo della gola), bere acqua salata e latte.
- Le piante che provocano irritazioni della pelle non dovrebbero essere mangiate (strofinate la linfa sul lato interno dell’avambraccio, se si irrita o si gonfia evitatela).
Come imparare a conoscere le piante:
Fate un giro nei boschi con degli esperti nel settore, frequentate un corso di sopravvivenza, confrontatevi con dei contadini, visitate i giardini botanici, serre e negozi specializzati, comprate manuali illustrati e guide scientifiche per approfondire la vostra conoscenza. Quando trovate una pianta commestibile soffermatevi su di essa; osservatela, toccatela, odoratela cercate di memorizzarla bene e infine assaggiatela, il gusto che avrà e le sensazioni che proverete vi faranno sicuramente rimanere impressa nella mente il tipo di pianta. Così ogni qualvolta la rincontrerete nel vostro cammino la riconoscerete subito anche se in mezzo ad altre cento. Se incontrate delle specie velenose non soffermatevi più di tanto nel memorizzarle poichè tanto non vi interessano se non sono commestibili. Se durante il vostro cammino o durante i vostri viaggi incontrate erboristi, botanici, gente cresciuta a contatto con le erbe o in mezzo alla natura selvaggia, indigeni… non perdete l’occasione di socializzare con loro, potreste imparare molto.
E’ sempre utile conoscere le piante velenose in modo da evitarle subito, eccone alcuni esempi:
- cicuta maggiore (Conium maculatum, vedi foto sopra),
- cicuta acquatica o virosa (più pericolosa della cicuta maggiore nasce in prossimità di acquitrini),
- cicuta minore (attenzione!! assomiglia molto al prezzemolo),
- giglio della stella o Zigadenus fremontii,
- aconito napello,
- atropa belladonna (le sue bacche nere possono provocare alla morte se non si ricevono immediatamente cure mediche),
- Rhamnus frangula (frangola)
- stramonio comune (Datura stramonium),
- giusquiamo nero,
- lupinus,
- digitale (digitalis),
- speronella o delfinio,
- saponaria officinalis
- cornetta o coronilla emerus.
Se trovate arbusti di oleandro non mangiateli perché sono velenosi, e se trovate sorgenti d’acqua nelle sue vicinanze fate molta cautela poichè la linfa dell’oleandro potrebbe aver avvelenato le acque. La pianta di oleandro (si riconosce per i fiori a 5 petali di color rosa) è velenosa in tutte le sue parti (foglie, fiori, linfa, radici, semi, corteccia e rami). Se usate la legna di oleandro per cuocere del cibo allo spiedo sicuramente lo avvelenereste. L’oleandro provoca tachicardia, vomito, tremori, diarrea, sonnolenza, può anche portare al coma.
Piante utili o commestibili:
Agave: utile per medicare ustioni, creare tessuti e cordame (con la fibra estratta dalle foglie, chiamata sisal), da questa pianta si creano diversi tipi di bevande (Tequila), i germogli si possono mangiare previa cottura, gli steli verdi arrostiti possono fornire un dolce zucchero nutriente.
Aloe vera: questa pianta possiede molte proprietà medicali (cicatrizzante, analgesica, rigenerante, disintossicante antinfiammatoria, antipiretica, fungicida…) e anche un ottimo dentifricio naturale.
Rafano o armoracia rusticana: noto per il suo odore molto intenso quasi soffocante, è commestibile e si può usare per aromatizzare. Dato il suo gusto violento solo un palato forte può reggerlo (un po’ come il peperoncino piccante). Le radici essiccate e ridotte in polvere possono essere utilizzate come antisettico.
Amaranto: i suoi chicchi sono commestibili. I semi prodotti da questa pianta possono essere usati per produrre farina. Con questa pianta si possono fare delle insalate, bollite prima per far diminuire il gusto amaro.
Lappola: le foglie tenere e verdi possono essere cotte e mangiate (sono molto vitaminiche), le radici invece sono ricche di carboidrati (sbucciare la parte esterna e bollirle cambiando l’acqua diverse volte oppure friggerle).
Camomilla: ottima come analgesico (cioè riduce il dolore), sedativo, calmante, è anche una discreta antisettica e antinfiammatoria. Dai fiori si possono produrre infusi che possono essere sfruttati per i loro molteplici effetti. Raccogliete i fiori e fateli essiccare in luogo ombroso, dopodichè potete preparare un infuso.
L’infuso si realizza versando l’acqua bollente in un recipiente contenente le erbe sminuzzate, lasciando riposare per un paio di minuti; poi si filtra e si beve.
Stiancia, tifa o mazzasorda: si può trovare in ambienti umidi, paludosi, in presenza di fiumi, acquitrini e stagni. Il suo rizoma è ricco di amido e da esso si ricava un’ottima farina. Questa pianta era già nota per la sua commestibilità fin dal Paleolitico. Inoltre la typha latifolia fornisce cibo tutto l’anno e viene considerata una delle più importanti fra le piante selvatiche. Dalla sua farina si può fare il pane. Spesso tra le sue foglie si possono trovare nidi di uccelli acquatici e quindi anche uova. I germogli che crescono in primavera si posso mangiare, sbucciarli e cuocerli prima di ingerirli.
Romice (rumex), acetosa: le foglie più tenere si possono preparare allo stesso modo degli spinaci. La linfa che si ottiene strofinando le foglie tra loro, può essere utilizzata per lenire le irritazioni da ortica.
Erba cipollina (Allium schoenoprasum): consumarla fresca. Le foglie verdi sono ottime per aromatizzare e sono ricche di sostanze nutritive (vitamine, minerali, grassi e carboidrati). Quando la raccogliete l’odore dei bulbi vi sembrerà un misto fra di cipolla e aglio. Se non sentite questo tipico odore lasciate perdere poichè alcune piante che assomigliano a cipolle selvatiche sono in realtà altre specie, alcune delle quali potenzialmente velenose.
Nymphaea: i semi si possono usare per farne farina, le radici e i tuberi si possono cuocere allo stesso modo delle patate e le foglie verdi tenere e la parte superiore dei fiori si possono cuocere a vapore.
Ortica (Urtica dioica): questa pianta cresce tutto l’anno e si può trovare in Europa, Asia, America e Africa. I peli presenti sul fusto e sulle foglie sono urticanti e per raccoglierla bisogna proteggere le mani (si può fare con una maglietta arrotolata intorno alle dita). Il loro potere irritante viene eliminato durante la bollitura o l’essicazione. Con le ortiche si possono ottenere zuppe, bolliti e minestre molto nutrienti. Prima di bollirle pulirle. Dalla pianta di ortica si possono ottenere degli ottimi infusi con effetti remineralizzanti, ricostituenti, depurativi, tonificanti, diuretici, antianemici, alcalinizzanti, disintossicanti, emollienti e digestivi. Lozioni a base di ortiche vengono anche utilizzate per arrestare la caduta dei capelli e per combattere la forfora.
Giunco comune: essiccando semi e steli verdi e poi macinandoli potrete ottenere una buona farina ricca di zuccheri. Il giunco difficilmente viene attaccato da parassiti e una pianta molto resitente
Ginepro: le bacche e la parte interna della corteccia sono commestibili. Il suo legno si può usare per costruire archi e asticelle per accendere il fuoco, inoltre la sua corteccia è un’ottima esca.
Bambuseae: impossibile non riconoscerle, queste piante perenni sempreverdi si possono trovare in quasi tutte le parti del mondo. Il loro legno, il bambù appunto, è vuoto dentro ma è molto resistente, leggero e flessibile. Dalle canne di bamboo nascono i più disparati utilizzi. Ad esempio affilando una canna si può ottenere un coltello, o si può creare un arpione, una lancia, delle frecce…
Alcune specie sono utilizzate anche a scopo alimentare, ad esempio in Asia vengono consumati i germogli di bambù. Quest’ultimi possiedono un alto valore energetico, nutrizionale e crescono molto velocemente, tanto che molti scienziati li hanno definiti il cibo del futuro.
Grazie alle intercapedini d’aria presenti all’interno delle canne di bambù, con questo legno si può costruire anche una buona zattera, ricordate però che tagliare un tronco di bambù risulta molto difficile, anche avendo un coltello, per abbatterne uno dovrete incendiarne la base per indebolirlo.
Con delle canne di bambù tagliate a metà, potete costruire una tettoia, posizionando una canaletta orizzontale per raccogliere l’acqua piovana in un pentolino.
Le canne di bambù verdi se piegate possono fornire acqua (vedi foto).
Con il bambù si possono anche ottenere corde, vedi nodi.
Prugnolo selvatico (prunus spinosa): questa pianta si trova in Europa, Asia ed Africa. I suoi frutti, ricchi di Vitamina C, sono commestibili e crescono tra settembre e ottobre. Con i fiori bianchi che spuntano in primavera o con lo foglie verdi si possono fare degli infusi. Tra le proprietà terapeutiche del prugnolo ricordiamo quelle depurative, diuretiche,astringenti e per il trattamento di piressia (febbre) e mal di gola.
Topinambur (Helianthus tuberosus): Il tubero è commestibile la sua radice si può trattare allo stesso modo delle patate, si raccoglie in inverno, può anche essere consumata crudo. E’ molto nutriente.
Girasole (Helianthus annuus): nota per il suo grande fiore facilmente distinguibile (fiorisce tra luglio e ottobre). I semi di girasole sono commestibili (anche se il loro sapore non è ottimo). Con la spremitura dei semi si ottiene il noto olio di semi di girasole (anche se è da dire che manualmente è molto difficile ottenere risultati soddisfacenti anche con un buon attrezzo meccanico non si riesce a produrre molto olio in un’ora di lavoro).
Alcuni consigli utili:
- Molte piante anche se commestibili potrebbero scatenare una reazione allergica, ecco perchè è molto importante conoscere a quali piante si è intolleranti (il test principale per la diagnosi di allergia è il test cutaneo “prick-test”). Se si è soggetti allergici è sempre utile avere a portata di mano degli antistaminici.
- Evitate di mangiare le foglie vecchie cadute in terra.
- Molte solanacee contengono solanina (è tossica) nelle parti verdi come germogli, fiori, fusto, foglie e tuberi.
- La maggior parte delle fabaceae sono commestibili e si trovano in qualsiasi regione del globo (fagiolo, pisello, fava, lupino, cece, arachide, soia, lenticchia).
- Anche se le piante di pomodori e patate sono commestibili bisogna evitarne le parti verdi poichè sono tossiche e possono provocare addirittura la morte. Evitare tassativamente le patate di colore verde.
- Le parti schiacciate di foglie, germogli e frutti che odorano di mandorle bisogna evitarle.
- Evitate le felci mature, mangiate solo i suoi germogli. Oltre 200 tipi di felci presenti nella flora dell’emisfero sopra l’equatore sono commestibili da giovani.
- La maggior parte dei frutti sono commestibili crudi, se però trovate un frutto sconosciuto dai colori troppo vivaci non azzardate.
- Nel dubbio evitare sempre i bulbi.
- Evitare le piante che hanno i fiori a forma di ombrello (questo non vale per carote e prezzemolo).
- Le alghe mangiabili si possono trovare in acque poco profonde dove formano strati molto densi sulle rocce o sul pelo dell’acqua che galleggiano.
- Bollire o arrostire sempre i tuberi che si trovano nel sottosuolo (ma se non li conoscete o non siete sicuri evitate anche questi poichè alcuni possono essere dannosi).
- Fiori e bacche mature (tranne i semi al loro interno) di sambuco si possono mangiare, il resto della pianta contiene cianuro, da evitare. Con i fiori è possibile fare uno sciroppo ottimo per dissetarsi.
- Si può mangiare la corteccia interna di un albero quella più vicina al legno. Si mangia cruda. Non mangiare quella esterna.
- Si può fare un buon porridge bollendo in acqua l’avena.
- Tutti i tipi di noci sono commestibili. Si mangiano crudi. Le ghiande invece si cucinano.
- Radici e rizomi di piante commestibili si possono mangiare. Stessa cosa vale per i germogli (bollirli sempre).
Fonte fotografie: Wikipedia.org
Per le piante sconosciute si può anche usare il Test Universale di Edibilità: http://www.vitantica.net/2017/09/03/test-edibilita/
#dasio mosiontini .. dario comincia ad apprendere tecniche primitive, sono le uniche che fanno al caso tuo, si utilizzano solo materiali naturali facili da reperire (pietre, fibre vegetali, legno, ossa animale e fibre nervose o pelli, materiale vegetale come contenitori o strumenti vari,, funghi e corteccie come esca per il fuoco, e se ci sai fare anche metalli naturali da fondere, etc… ) .. la storia continua.. solo che no potevo scrivere tutto lo scibile dell’era preistorica.. cmq guarda info e video sulla vita dei popoli primitivi ancora esistenti. P.s. c’è in giro su you tube chi ancora oggi si diletta a costruire attrezzi ed armi primitive. ciao
Ciao! Se mi è concessa una piccola ma FONDAMENTALE precisazione: l’autore riporta “LA COTTURA è IMPORTANTISSIMA in quanto elimina i germi e le sostanze velenose.”
La cottura elimina sì la maggior parte dei germi (…anche se questo risultato dipende da temperatura e tempo di cottura) ma l’eliminazione delle sostanze velenose non è così scontata (fatta eccezione per sostanze termolabili). Esempio: se un cibo è avvelenato da mercurio possiamo cuocerlo quanto vogliamo (…a meno di non farlo evaporare a 356 gradi!) che rimarrà avvelenato da mercurio. Lo stesso dicasi di eventuali tossine termoresistenti prodotte da microorganismi. Esempio: STAPHYLOCOCCUS AUREUS viene inattivato a 60 gradi ma produce una tossina che resiste a 100 gradi per più di 30 minuti! …infine, come riportato dall’autore stesso, molti funghi velenosi rimangono velenosi anche dopo cottura… Giusto per evitare qualche mal di pancia!
Salute a tutti
qui si parla di sopravvivenza estrema e si parla sempre di portarsi dietro un intero armamentario oltre a medicinali, indumenti, strumenti, qualche alimento etcc…LA VERA SOPRAVVIVENZA ESTREMA PER ME E’ ADDENTRARSI ANCHE IN UN NOSTRO BOSCO CON I SOLI INDUMENTI CHE ABBIAMO ADDOSSO E CON UN SOLO STRUMENTO O UTENSILE COME QUEI COLTELLINI MULTIUSO, PERCHE’ UNA PERSONA POTREBBE SEMPRE PORTARSELO IN TASCA (ED E’ GIA’ UNA GRANDE CONCESSIONE)!!! Non penso che in un incidento aereo, in una calamità improvvisa naturale o non naturale si abbiano a disposizione tutto l’insieme di utensili, indumenti ed alimenti che si consigliano! A me interesserebbe la sopravvivenza ripeto, anche in un ambiente naturale nostrano avendo i soli indumenti che si portano addosso ed con un solo utensile multiuso. Sapete consigliarmi un manuale in tal senso? In attesa di una vostra risposta, distinti saluti. Dasio
RISPOSTA:
Ciao sono d’accordo te, un conto è intraprendere una missione di sopravvivenza organizzata mentre tutt’altra cosa è trovarsi all’improvviso catapultati in una situazione estrema dove l’unico l’obiettivo è SOPRAVVIVERE. In quest’ultimo scenario scenario si lotta per la vita, quindi si sfrutta ogni mezzo a disposizione. In questo caso la cosa più importante è mantenare il controllo della situazione senza farsi prendere dal panico, che è molto più vitale di riuscire ad accendere il fuoco con due legnetti. LA VOLONTA’ PRIMA DI TUTTO, ADATTARSI E SVILUPPARE BUON OCCHIO le cose essenziali per la sopravvivenza.
Poi comunque sapere qualche trucchetto di sopravvivenza può ritornare prezioso. Ti consiglio di dare un’occhiata qua: http://www.sopravvivere.net/categoria/manuali/ se sai l’inglese questo può esserti molto utile: MANUALE DI SOPRAVVIVENZA DELL’AVIAZIONE MILITARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA.
Beh dipende dalla situazione: un conto se sei coinvolto in un incidente aereo dove puoi rovistare carcassa del velivolo (carburante, lame, recipienti, cibo…); un altro è se ti perdi in una foresta senza niente.
Meraviglioso e da imparare a memoria!! Proprio quello che stavo cercando. Sapresti consigliarmi dei libri (magari con foto) su questo argomento?
Grazie per le informazioni interessantissime,
Chiara